Mario Adinolfi si autoproclamat il Nelson Mandela dei no-vax
Mario Adinolfi suscita una certa repulsione mentre si paragona a Nelson Mandela e urla che lui vorrebbe "liberare" i suoi amichetti no-vax dalle responsabilità delle loro scelte. A suo dire, chi ha deliberatamente deciso di essere un pericolo per la società andrebbe mandato in bar e ristoranti a far ammalare gli altri. Lo dichiara ripentendo da giorni che lui si sentirebbe vittima "apartheid" in uno squallido tentativo di appropriarsi di uno slogan coniato dai neofascisti:
Il fine è ovviamente politico, con Adinolfi che accusa Draghi di creare divisioni tra gli onesti cittadini e i negazionisti no-vax. E ovviamente lui tifa per chi uccide vite umane, praticamente sostenendo che un kamikaze dovrebbe aver la "Libertà" di farsi esplodere in luoghi affollati o sarebbe una discriminazione verso i terroristi.
Subito arriva il suo Mirko De Carli a spiegare che loro sono felice di come la loro deriva no-vax stia facendo ottenere visibilità mediatica ad un partitino che nessuno vota:
Peccato che la loro visibilità derivi solo dal loro tentativo di spaccare il Paese sostenendo le pretese della minoranza negazionista aizzata dai gruppi neofascisti.
In tutto ciò suscita un certo orrore il fatto che Adinolfi dimentichi sempre il contesto. Ad esempio dice che l'eutanasia sarebbe nazista perché lui non vede alcuna differenza tra chi chiede una morte dignitosa e chi veniva ucciso, soprattutto ora che pretende che chi vuole imporre torture ai malati terminali sia dispensato da qualunque prassi medica possa impedirgli di uccidere altri. Ora sostiene di non vedere differenze tra chi non può andare al bar per una sua scelta e chi veniva ghetizzato per il colore della sua pelle. Insomma, ogni suo paragone da estremista appare come un affronto alla storia e alla verità.