De Carli si è inventato che avremmo scritto «falsità ai e cattiverie» sui suoi cari
Dopo essersi inventato che noi ci nasconderemmo dietro a fantomatici «server stranieri» siti in provincia di Bergamo, oggi Mirko De Carli si è inventato che avremmo scritto «falsità e cattiverie» contro i suoi cari. Il responsabile nazionale del partito di Mario Adinolfi asserisce che avremmo gettato fango sul «fine vita di sua nonna». Peccato sia falso.
De Carli contesta un post in cui abbiamo espresso la nostra opinione su quanto da lui scritto lo scorso 14 febbraio. Stando a quanto si legge, l'aspirante sindaco di Riolo Terme sosteneva bisognasse vietare il diritto di scelta ai malati terminali perché lui non avrebbe mai scelto l'eutanasia per sua nonna:
Abbiamo contestato vari aspetti della sua teoria. In particolare, non ci ha convinto il suo sostenere che a dover decidere dovessero i familiari, dato che la scelta dovrebbe sempre spettare al malato o, quantomeno, a chi è stato indicato dal malato. Inoltre strideva il suo sostenere che sua nonna c'era «ancora speranza», indicando una casistica che non sarebbe rientrata fra quelle previste per l'eutanasia legale, da lui contestata attraverso quell'esempio.
Eppure il signor De Carli ci accusa di aver tirato in ballo noi sua nonna, nonostante sia stato proprio lui a citarla come esempio. E si è inventato persino che l'avremmo insultata, nonostante non esista una sola parola riferita alla signora.
Ovviamente minaccia ancora una volta delle fantomatiche azioni penali, ricorrendo a quei suoi soliti toni a metà tra l'intimidazione e la diffamazione. Ed è buffo invochi il bavaglio alle opinioni altrui dopo aver cercato voti giurando che persino i crimini d'odio dovessero essere ritenuti "libertà di espressione":
Sinceramente l'audio non lo abbiamo sentito, ma poco cambia. Quello che abbiamo commentato è quanto De Carli ha asserito nel suo post, ossia in quello che la gente ha letto.
Aizzati dal signor De Carli (che peraltro ha ribadito quelle accuse infamanti su tutti i suoi canali social), i suoi proseliti ci assicurano che per noi «finirà male». Minacciano presunte azioni giudiziarie che il signor De Carli dice siano già in atto, ovviamente condendo i loro messaggi con i soliti insulti:
Un tale si vanta del suo essere ricorso a frasi altamente diffamatorie, sostenendo che il suo dichiararsi autore di scritti penalmente rilevanti potrebbe spingerci a sporgere querela e permettergli di comunicare a De Carli i nostri dati personali. Evidentemente neppure i suoi seguaci credono che De Carli otterrà i nostri dati con le sue presunte querele alle idee, ma il loro leader ribadisce che lui vuole un indirizzo che ci esponga anche a quei seguaci di Adinolfi che dichiaravano pubblicamente di volerci uccidere con attentati in stile Charlie Hebdo:
Sempre sostenendo che si possa accusare qualcuno di reati penali senza che ci sia stata una condanna, i seguaci di De Carli continuano a firmare insulti. Ci accusano di "diffamazione", definendoci "pagliacci", "fomentatori di odio", "somari raglianti", "topazzi di fogna", "sciacalli" e "merde". Insultano persino nostro nonno, in attacchi personali intrisi di omofobia:
Peccato che nessuno abbia mai detto alcunché sulla nonna di De Carli, dato che si è semplicemente contestato il suo ragionamento basato sul sostenere che lui doveva decidere per lei. E la conferma della correttezza della nostra critica arriva dai suoi stessi seguaci, i quali hanno interpretato le sue parole esattamente come abbiamo fatto noi:
Noi è questo che abbiamo contestato. Se tu vuoi egoisticamente «tenere in vita un tuo parente» contro la volontà di quest'ultimo, tu stai esercitando un atto violento. Il sostenere che si possa imporre il proprio desiderio agli altri, preferendo farli soffrire piuttosto accettare il fine vita, è ciò che troviamo egoistico ed aberrante. La nonna di De Carli non c'entra nulla, il problema è un nipote che sostiene che a decidere della sua vita dovesse essere lui. Ed è questo che contestiamo e contesteremo fino a quando avremo fiato in gola. Ci insulti pure, dato che da mesi non fa altro, ma abbia la decenza di non rivolgerci false accuse.
E se De Carli ha ringraziato quanti gli davano ragione senza manco appurare i fatti, caso vuole che l'unico post da lui ignorato risulti questo:
Tra i commenti arrivano anche gli insulti di Giorgio Celsi di Ora et labora, uniti alla curiosa teoria della legale che De Carli sostiene ci avrebbe denunciato a suo nome:
C'è pure un tale che ci accusa di sostenere che gli ammalati sarebbero "un peso da eliminare". Una calunnia che dimostra quanto falsità e quanta menzogna corroda questi aspiranti indagati:
Un altro aspetto non ci appare chiaro. Il tizio che ci accusa falsamente di offendere sua nonna non è forse lo stesso tizio che non aveva remore ad elargire giudizi di condanna contro la dignità e la sofferenza della famiglia Englaro?
In quell'articolo De Carli contestava come fosse stata data «doverosa attuazione alla volontà espressa dalla stessa persona assistita, nell’esercizio del proprio diritto fondamentale all’autodeterminazione terapeutica». Sosteneva persino che «d’ora in poi chi vorrà praticare l’eutanasia in Italia potrà appellarsi a una qualsiasi Procura della Repubblica per ottenere ciò che è stato sentenziato per Eluana Englaro. Ora, ahimè, il precedente contra legem esiste».
Ne concludeva che «siamo dunque passati dal Berlusconi incalzante che convoca una conferenza stampa urgente, di sera, per annunciare la firma di un decreto per evitare la procedura con cui la clinica di Udine avrebbe staccato il sondino ad Eluana al lavarsene le mani di pilatesca memoria della attuale dirigenza forzista. Io, allora, come dirigente del Popolo della Libertà e del Partito Popolare Europeo, radunai tantissimi politici nella mia parrocchia ravennate per una veglia di preghiera in favore di Eluana Englaro e a difesa del suo diritto a vivere: a differenza di Berlusconi e dei nuovi forzisti ancora oggi mi ritrovo in quelle scelte coraggiose di allora. Anche per questo ho scelto di costruire, insieme a tanti amici, l’alternativa valoriale del Popolo della Famiglia».
Insomma, lui ha organizzato una veglia di preghiera per chiedere che la volontà espressa da Eluana non fosse rispettato ed ora ci accusano di "attacchi al privato" perché abbiamo seguito i discorsi in cui De Carli tirava in ballo sua nonna per chiedere che ad altri fosse impedito il diritto di scelta?
Non è la prima volta che il partoti di Adinolfi cerca di diffamarci con accuse false. Già nel 2016 il capo di De Carli si inventò che noi lo avessimo "minacciato di morte" perché avevamo osato ipotizzare che avrebbe rotto le scatole ai gay per altri quarant'anni. Ad oggi non ci è ancora chiaro se Adinolfi contestasse l'età media indicata e pretendeva dicessimo che lui avrebbe sicuramente vissuto per almeno altri 120 anni. Ma ben più evidente era la sua tesi: chi si oppone alle loro ide va azzittito.
Ne risulta che sono almeno sei anni che i dirigenti di quel partito cercano di farci tacere, spesso spacciando il dissenso per diffamazione quasi pretendessero un divieto alla libertà di pensiero.
Mario Adinolfi risulta tra le persone che hanno messo un "mi piace" al post diffamatorio del signor De Carli.
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