De Carli sostiene che i cittadini non debbano impiccarsi della cosa pubblica, riservata alla sola élite dei partiti
Mirko De Carli, esponente del partitino di Mario Adinolfi, parrebbe sostenere che il cittadino non debba impicciarsi della cosa pubblica dato che lui parrebbe teorizzare che quella sia una prerogativa riservata alla sola élite dei partiti.
A detta sua, se un milione e 200mila cittadini chiedono di poter decidere del proprio fine vita, non devono poterlo fare a meno che non fondino un partito e si facciano eleggere:
Se è curioso che a sostenere di non aver chiesto la bocciatura dei referendum sia l'esponente di un partito che inviava lettere aperte in cui ne chiedeva la bocciatura, sarebbe assurdo fondare un partito se si vuole proporre un'unica idea: un partito dovrebbe occuparsi di ogni tema sociale e politico mentre Cappato e un altro milione e mezzo di cittadini hanno semplicemente chiesto di potersi esprimere su un singolo tema, ossia il diritto a non essere torturati dallo stato contro la propria volontà.
Inoltre appare molto fastidioso De Carli continui ad attribuire ogni sua pretesa alla Costituzione, tirandola in ballo quando vuole vietare i matrimoni gay (nonostante non ci sia alcuna specifica sui sessi nell'articolo da lui citato) o quando vuole vietare il diritto di partecipazione politica dei cittadini. Peccato che l'articolo 75 della Costituzione si limiti a dire che "sono escluse dal referendum abrogativo le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Non è possibile abrogare disposizioni di rango costituzionale, gerarchicamente sovraordinate alla legge ordinaria". E non è difficile capire che l'abrogazione della legge che vieta l'eutanasia non rientra in quelle casistiche.
A questo punto De Carli dovrebbe anche spiegarci una cosa: il milione e 200 mila cittadini che chiedono di non essere obbligati da Adinolfi a subire un'atroce agonia , posso esprimersi senza fondare un partito? E se lui ritiene che serva un partito per tutto, com'è che nel 1975 non ci fu un "partito per il divorzio legale" ma i cittadini si poterono esprimere contro il volere di Adinolfi alle urne?
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