Gandolfini e la CitizienGo hanno raccolto solo 14mila firme per chiedere la discriminazione degli studenti trans
Le lobby omofobe continuano a ricevere l'incondizionato appoggio di organizzazioni che si definiscono "cristiane". Ed è coì che domani mattina sarà Radio Mater a trasmettere un comizio sul fantomatico "gender" organizzato dalla signora Giusy D’amico in qualità di presidente dell'associazione "Non si tocca la famiglia". A darle ragione interverranno Massimo Gandolfini, presidente dell'associazione "Difendiamo i nostri figli" e Matteo Fraioli, direttore di CitizenGO Italia.
I tre dicono di sentirsi investiti di una volontà popolare perché le loro tre organizzazioni avrebbero raccolto "14.000 firme per dire no al gender nella scuola". Un fantomatico "gender" che loro dicono vada combattuto un divieto all'uso di asterischi e dello schwa nelle scuole e un divieto all'uso del nome di adozione da parte degli studenti trans.
E se fa un po' sorridere siano riusciti a racimolare solo un numero così esiguo di firme raccolte attraverso una piattaforma online priva di qualsivoglia controllo sulla veridicità dei sottoscrittori, suscita preoccupazione la violenza delle teorie espresse nel documento da loro indirizzato al Miur
Onorevoli,
come cittadini/genitori/educatori ci siamo allarmati dell'iniziativa promossa dal dirigente scolastico del Liceo Cavour di Torino, rispetto all'introduzione di un regolamento che consentirà di utilizzare gli asterischi al posto delle desinenze personali maschili e femminili identificative del genere.
Non solo si sta storpiando la lingua italiana in nome di un morboso e patologico attaccamento al politicamente corretto, ma si stanno bombardando i ragazzi, adolescenti ancora in fase di sviluppo, con una propaganda tossica e ideologica lesiva e pericolosa.
Inoltre, le problematiche che tale procedimento suscita, sono molteplici:
- Nessuna norma, di fatto, legittima l’imposizione della carriera alias all’interno degli istituti scolastici (tantomeno l’asterisco, contro il quale si è espressa anche l’Accademia della Crusca);
- Tale provvedimento rappresenta una forzatura che lede il patto di corresponsabilità educativo tra gli istituti scolastici e le famiglie, sancito nel d.P.R. 235/2007;
- L'iniziativa è in contrasto con la Direttiva del Ministro per la Funzione pubblica dell’8 maggio 2002 “sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi” che esorta la Pubblica Amministrazione a evitare, nella redazione di qualsiasi atto, «effimeri fenomeni di moda».
- L'introduzione senza basi effettive della carriera alias può ingenerare una patologizzazione sociale su tutto il corpo scolastico, inducendo i soggetti più fragili ad aumentare un'incertezza identitaria
- 5. Il concetto di "fluidità di genere" già affrontato nell'art. 1 del DDL ZAN (e che ha scatenato non poche divisioni di pensiero politico) è antiscientifico. Sottoporre giovani studenti a provvedimenti socialmente e scientificamente dubbi, li mette di fronte a pericolosi rischi educativi.
Chiediamo che il ministero dell'istruzione intervenga immediatamente nei confronti del liceo Cavour che ha introdotto illegalmente e in maniera surreale l'imposizione della neolingua gender nei documenti ufficiali dell'istituto.
Insomma, giurano che il rispetto confonderebbe i bambini che serve una rigida omofobia se si vuole crescano come Gandolfi, Pillon o Adinolfi.