Il partito di Adinolfi vuole l'aparheid matrimoniale
Mirko De Carli, in qualità di dirigente nazionale del partitino omofobo di Mario Adinolfi, è tornato a sostenere quelli dei gay non sarebbero "diritti" ma "desideri" che andrebbero negati. Teorico della supremazia del maschio eterosessuale bianco, chiede che i gay siano resi vittima "apartheid" poiché il suo capo (ossia quel no-vax che si professa vittima di "apartheid" in quanto non vuole assumersi la responsabilità delle sue scelte) varrebbe più di loro in virtù delle sue pulsioni sessuali e delle sue due unioni matrimoniali.
Irridendo i gay e usando parole, è regalandoci curione teorie su imprecisate "fluidità sessuali" che il signor De Carli scrive:
Linka poi un articolo di tale Bianca Leonardi, senza citarne la fonte. Ma il fatto che la signora parli di "ideologia lgbt" mentre sbeffeggia i gay a cui Adinolfi nega il matrimonio egualitario lo rendono facilmente riconducibile al un qualche giornaletto di propaganda populista. Ed è lì che leggiamo:
Quello che arriva in questi giorni da Lucca è un caso più protagonista una coppia gay che si ritrova al centro di un clamoroso cortocircuito causato, pensate un po', proprio dalla legge Cirinnà. Cioè la norma del 2016 che ha regolamentato le unioni civili e che oggi, per una clamorosa eterogenesi dei fini, si ritorce contro i due protagonisti di questa surreale vicenda. [...] I due uomini lucchesi, approfittando appunto della legge Cirinnà, si sono uniti civilmente. Poi, però, è accaduta una cosa particolare; uno dei due componenti della coppia ha deciso di cambiare sesso, diventando donna. L'uomo si è sottoposto a intervento chirurgico ed ecco che la coppia gay è diventata per via medica una coppia composta da un uomo e da una donna.
Aspettate però, perché non è finita. Dopo la transizione, i due lucchesi hanno: deciso di regolarizzare la loro unione, ma questa volta attraverso un matrimonio vero e proprio. Capito il meccanismo? Prima, quand'erano entrambi maschi, non potevano sposarsi. Ma quando uno dei due è diventato legalmente donna. lo sposalizio s'aveva da fare. Ed è qui, però, che sono cominciati i guai. 1 due toscani, infatti, non han no fatto i conti con la legge Cirinnà e con tutti i contorcimenti a cui può portare l'ideologia Lgbt.
Insomma, sarebbe colpa dei gay se i gay sono discriminati e si ritiene che il matrimonio vada riservato solo a chi sposa due donne come Adinolfi.
L'articolo inizia così a ballarsi di come il divieto al matrimonio per chi non condivide i pruriti sessuali di Adinolfi finisce con il creare problemi:
E adesso si trovano in un bel pasticcio da cui uscire non è affatto semplice. A quanto pare, la confusione. è dovuta alla difficile lettura di due articoli della norma del 2016, i quali sembrano dire cose contrastanti.
Come si legge in Gazzetta Ufficiale, l'articolo 26 della legge recita: «La sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso determina lo scioglimento dell'unione civile», Il 27, invece, afferma: «Alla rettificazione anagrafica di sesso, ove i coniugi abbiano manifestato la volontà di non sciogliere il matrimonio o di non cessarne gli effetti civili, consegue l'automatica instaurazione dell'unione civile tra persone dello stesso». Come vedete, la questione è complicata. Che succede a un'unione fra due persone omosessuali quando una delle due cambia sesso? [...] Se due eterosessuali sono sposati e uno dei due cambia sesso, allora il matrimonio si trasforma in unione civile. Se due omosessuali sono invece uniti civilmente e uno dei due cambia sesso, il passaggio non è immediato, Meraviglie del mondo rainbow.
In realtà non sono "meraviglie del mondo rainbow" ma distorsioni ideologiche di chi nega il matrimonio egualitario e pretende discriminazioni derivanti dall'orientamento sessuale. Ed è davvero surreale che irridano le vittime di discriminazioni per le conseguenze della discriminazione che viene loro inferta.
L'articolo prosegue con il sostenere che se i gay non avessero diritti, si eviterebbero i problemi che nascono dalla discriminazione. Ed è buffo sostengano che l'omosessualità scomparirebbe se i coniugi cambiano sesso contro il volere di Pillon:
Una situazione paradossale per cui, avendo uno dei due coniugi cambiato sesso, non solo -secondo le norme- non può sposarsi, ma addirittura vedrà decadere l'unione civile. Un bel pantano burocrati co che dimostra come la tan to sbandierata «fluidità nasconda un roveto di leggi e regolamenti [...] Quello di Lucca sarà in somma il primo caso di questo tipo a finire sul tavolo dei «giudici dei giudici». I quali dovranno stabilire se, in effetti, la legge Cirinnà debba ancora avere o meno effetti sul destino della coppia to scana che prima era omosessuale e ora non lo è più.
Grave è osservare anche come questa gente irrida l'omofobia inserendola a sproposito nel titolo, inventandosi che le unioni civili sarebbero "ideologia lgbt" poiché osano mettere in dubbio la supremazia che loro sostengono spetterebbe al maschio eterosessuale bianco, meglio ancora se vota Salvini o la Meloni.