Il pastore Carollo ci spiega che il "cristiano" pensa che sia ingiusta la libertà altrui


Il pastore Luigi Carollo dichiara di auto-percepirsi come un "cristiano" nonostante lui si opponga all'auto-percezione altrui, in quella curiosa teoria per cui lui deve esigere che si vieti dignità alle donne trans e che si dica che che sarebbe "cristiano" nonostante alcune sue opere potrebbero far pensare l'esatto contrario.
E da buon "cristiano" pare voler offrire la sua falsa testimonianza contro il diritto di scelta altrui. Giura così che l'eutanasia garantirà il suicidio assistito a chi è depresso o che i malati oncologici potranno decidere di non essere curati. Evidentemente non ha compreso il concetto di "malato terminale" mentre giura che infliggere stati vegetativi sarebbe "vita".
E manco è quello il tema, visto che se lui desidera restare per decenni in un letto attaccato ad una macchina per decenni, potrà farlo. Il tema è garantire che chi non la pensa come lui possa scegliere.



Fantasticando su inesistenti cure, il pastore parrebbe voler promettere l'immortalità mentre insinua che i diritti altrui ce la porteranno via. E così diventa necessario torturare un malato terminale sino a farlo morire soffocato nelle proprie feci perché si sognano imprecisate "cure costose" che toglierebbero il dolore.
Inizia così a dire che bisognerebbe sfruttare l'invalidità dei malati per imporgli scelte contrarie alla loro volontà. Ma chi impedisce a Carollo di potersi suicidare oggi stesso? Nessuno. Al primo treno potrebbe gettarsi sui binari.
Quindi Carollo gode di un'opzione che dice debba essere negata a chi non ha le sue stesse facoltà di movimento, in una logica che ci porterebbe a dire che per "difendere la vita" sarebbe doveroso incatenare Carollo ad un letto per vietargli quella possibilità. E se tutto ciò sarebbe follia, tutto acquista un senso se si parla di come è probabile che Carollo non voglia suicidarsi perché ha un motivo per vivere, ed è questo che conta. Conta avere un motivo per vivere, non che Carollo sfrutti la disabilità di un manato per incatenarlo ad una pompa della morfina ad attendere il girono in cui sarà liberato da quell'agonia.

Il terzo tema è la sua teoria per cui "la libertà non è assoluta". Sarebbe stato interessante sentirglielo dire quando giurava che i crimini d'odio fossero "libertà di espressione". Ed è interessante il suo sostenere che la "libertà" non sarebbe assoluta in quanto sottoposta al volere di chi si dice "cristiano" e vuole imporre la sua presunta "etica e morale" a chi non la pensa come loro.
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