Mario Adinolfi torna a raccontare la balla dell'eutanasia che legittimerà «l'atto di chi spara in testa a uno»
Sul vaccino "il corpo è mio e scelgo io", ma sull'eutanasia "il corpo è tuo e scelgo io". È partendo da questo assunto che Mario Adinolfi è tornato a proporsi come il "giornalista" che cerca di ingannare i suoi lettori per imporre la sua ideologia dittatoriale e antiliberale. E così la cannabis diventa fonte di stupro e l'eutanasia viene spacciata come un qualcosa che consentirebbe di poter sparare a qualcuno.
La fonte? L'immmane balla che si era inventato lui stesso alcuni giorni fa e che dunque oggi spergiura inq uella sua convinzione che ripetere sempre la stessa bugia la faccia percepire come una verità. Un po' come quella da stupidaggine del dirsi vittima di "apatheid" perché gli viene chiesto di assumersi la responsabilità delle sue scelte o il suo giurare che le sue figlie corrano un rischio morale per colpa di quel fantomatico "gender" che il suo partito dice legittimerebbe i camerati a "riempire di botte" le donne trans.
Ed è cos' che dal suo profilo di propaganda l'ultra-integralista pare non provare vergogna nello scrivere:
È squallido vedere come qualcuno affronti problemi seri buttandola sempre in caciare per nascondere la mancanza di argomenti. Lui potrà farsi torturare dalle sue figlie? Si. E allora perché rompe le scatole a chi vorrebbe poter scegliere una morte dignitosa?