Adinolfi vede una "sottotraccia religiosa" nell'invasione russa dell'Ucraina
La dialettica di Mario Adinolfi ricorda quella di un bambino che fa i capricci, quasi sperasse che piagnucolare che la gente non penda dalle sue lebbra e osi non dargli ragione mentre dice che la tutela della salute pubblica sarebbe «apartheid» o che i matrimoni gay sarebbero «nazismo».
Negli ultimi giorni è impegnato a sostenere che avrebbe ragione il suo venerato Putin a dire che gli ucraini sarebbero dei nazisti, accusando la legge marziale di non offre spazio mediatico a chi collabora con l'invasore.
Sostiene anche che sarebbe scemo chi non resta neutrale tra invasori e vittime di genicidio, in quanto lui giura ha detto in tv che Zelensky sarebbe un miserabile fascista che si oppone ad una invasione «religiosa che mira a uccidere chi non è omofobo quanto lo sono i fascisti e le lobby che hanno versato milioni di rubli ai gruppi anti-gay italiani.
Ovviamente torna anche a urlare che lui avrebbe deciso che Bergoglio dovrebbe incontrare quel suo amato patriarca che benedice le bombe perché lui vede "cristianità" nell'invasione russa:
Non è chiaro perché Adinolfi provi un piacere quasi sessuale nell'insultare chi viene ucciso dai suoi amici riusi, ma è grave l'ipocrisia con cui accusa le vittime di essere cattive contro chi uccide i loro figli lamentando che non venga data voce a chi vuole aiutare gli assassini a togliere ogni libertà ad un intero popolo.
Peccato che Adinofli dimentichi che è stata la Russia ad invadere l'Ucraina e sarebbe folle premettere alla Retequattro locale di invitare l'Adinolfi locale ad urlare che lui si sente vittima di apartheid perché non gli premettono di vendere le sue figlie al nemico.