La Lega ritiene «giusto» che i cittadini siano obbligati ad uccidere, ma poi frignano perché nei bar si chiede il greenpass per salvare vite umane


I post del leghista Simone Pillon e della leghista Susanna Ceccardi sono accomunati dal loro sostenere sia «giusto» che i cittadini maschi dell'Ucraina vengano obbligati a combattere contro gli (ex?) alleati russi di Salvini che hanno deciso di invadere il Paese.
Indipendentemente dal sessismo di tali dichiarazioni, fa sorridere che a ritenere «giusto» che ai cittadini venga negato il diritto di scelta siano proprio quegli stessi leghisti che si tracciano le vesti sostenendo che esibire un greenpass per andare al bar sia un attentato alla libertà dei menefreghisti che si rifiutano di tutelare gli altri. Evidentemente la Lega ritiene che ci debba essere un obbligo ad uccidere, ma non un l'obbligo a non fare del male a chi ha fatto il proprio dovere nella tutela della vita altrui.
Forse sarà anche comprensibile la decisione dell'Ucraina di chiamare i cittadini alla difesa del proprio Paese, ma nemmeno in un girone infermale si potrebbe definire «giusto» il fatto che dei ragazzi appena maggiorenni vengano mandati a uccidere altri ragazzi dopo un addestramento militare di due giorni. Sarà forse necessario, ma non si può definire «giusto». Eppure il Senatore Pillon e quella tizia che si rifiutava di celebrare unioni civili nel suo comune usano proprio quel termine.
Come fanno a guardare dei ragazzini che vengono mandati a combattere e dire che quello che vedono "giustizia" in un atto di ingiusta costrizione imposto dal dittatore russo? E come fanno a dirlo mentre sostengono che il semplice invito al vaccini per i soggetti a rischio sarebbe "dittatura sanitaria"?
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