Pillon difende i manifesti che insultano le donne stampati dalle organizzazioni forzanoviste finanziate da Mosca
Il senatore leghista Simone Pillon annuncia che farà perdere tempo al Parlamento perché, mentre i suoi amici russi uccidono civili e bambini, la sua priorità è quella di difendere le aggressioni alle donne nei manifesti stampati dalle organizzazioni forzanoviste finanziare da Mosca.
Nella fattispecie, il leghista si eccita con i manifesti stampati da Jacopo Coghe in cui il gruppo di estrema destra irridono i diritti delle donne, sostenendo che abbia ragione Putin a dire che i leghisti dovrebbero usate la forza per obbligarle a partorire in una patetica contrapposizione all'aborto.
Che c'entri l'aborto con i diritti delle donne non è chiaro, ma d'altronde che potevate aspettarvi da quel Pillon che aiutò Jacopo Coghe a portare in Italia quel prete russo che sosteneva che un maschio debba avere il diritto di poter massacrare di botte la propria moglie? E così scrive:
Se il leghista dice di vedere "censura" nel rispetto della dignità umana, neppure le bombe dei loro amici russi hanno fermato la campagna denigratoria ordita da Salvini contro la ministra dell'Interno, la quale dovrà perdete tempo a spiegare a Pillon che insultare le donne non è una "libertà di espressione" come lui sostiene debbano essere ritenuti i crimini d'odio. E dato che al peggio non esiste fine, Pillon si vanta persino di offrire la sua pagina di propaganda alle destre neofasciste che insultano le donne:
Come prassi della propaganda fascista, anche Pillon cerca di creare contrapposizioni ideologiche, con tanto di un "viva le donne" detto da chi le donne le vuole obbligare a fare ciò che Forza Nuova ordina loro.