Salvini continua a lucrare sui profughi ucraini che scappano dalle bombe di Putin
Sino a ieri Matteo Salvini non ha fatto altro che elogiare, ripetutamente ed insistentemente, il uso amato Putin. Diceva che Putin fosse un suo amico e che con lui parlassero di popoli e di radici:
Oggi continua a non nominare mai Putin, dicendo che lui è per l'accoglienza perché i profughi delle bombe del suo amico varrebbero più di quelli che vengono dal mare e che lui si è divertito a sequestrare:
Appare stucchevole il teatrino del leader leghista, il quale ripete che lui andrà sul confine polacco (a nostre spese) per rinnegare il suo incondizionato support a Putin offerto negli scorsi anni. Infatti quella non è "una guerra" ma un'invasione.