Adinolfi insiste: «Greenpass e strumento di controllo da regime sovietico»
Così come Mario Adinolfi dice che avrebbe ragione Kirill a sostenere che sarebbe "moralmente accettabile" uccidere chi non è omofobo, giura anche che avrebbero ragione i fascisti a dire che il certificato vaccinale sarebbe universalmente riconosciuto come «uno strumento di controllo sociale».
E se nessuno ha mai detto una simile cretinata, lui giura che sarebbe vero perché lo ha deciso lui e dovrebbe essere compito degli altri spiegargli perché le sue bugie sono bugie.
Se non è difficile capire perché chi è positivo e chi ha scelto di essere trenta volte più infettivo sia un rischio per la collettività, il fondantalista teorizza che lui debba potersi inventare teorie negazionisti basate sul nulla e poi devono essere gli altri a convincerlo ad accettate che non è legittimo il suo dirsi disposto a far ammalate gli altri solo perché pretende di andare al bar dopo aver violato le leggi sull'obbligo vaccinale.
Ed ovviamente cita il regime sovietico, forse ben sapendo che l'elettorato a cui si sta rivolgendo ama il regime nazista.
Tra i commenti, Adinolfi urla che avrebbe ragione lui perché lo ha detto lui:
Peccato che il citare sé stesso non gli dia ragione.
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