Adinolfi se la prende con i Maneskin e con gli ucraini per il doppio cognome
Che dovrebbero c'entrare i Maneskin con la Costituzione? Probabilmente nulla, ma Mario Adinolfi dice di disprezzarli entrambi e dunque ritiene di doverli accomunare in quel suo dirsi una vittima di «apatheid» che verrebbe costretta a vivere in una «dittatura» insieme alle sue due moglie e alle loro rispettive figlie. Trasudando ira perché alle donne verrà permesso di trasmettere il loro cognome ai figli, scrive:
In mezzo a quei soliti insulti che ama dispensare contro tutti, inizia a dire che nel cognome della madre lui ci veda «l’indebolimento dell’idea della famiglia stessa» e che sarebbe «dimostrazione di una classe dirigente, soprattutto di sinistra, che ha uno sguardo miope sulla realtà e non comprende in profondità i bisogni reali».
Quindi, a detta sua, la destra impedirebbe alla Corte Costituzionale di poter portare a termine i processi per non offendere i maschilisti, alternando il suo dire che la Corte farebbe bene a lasciarlo libero di potersi divertire a torturare i malati termoinali e farebbe male a non condividere le sue teorie sulla sottomissione femminile.
Poi, forte del suo sostenere che il tema non interesserebbe nessuno, giura che le sentenze sarebbero determinate dalla volontà di rispondere alle aspettative del Paese:
La Corte Costituzionale è un territorio dove purtroppo conta il vento che tira: si è pensato di fare una grande innovazione giuridica, come accaduto sulla questione del suicidio assistito. Si decide di fare sentenza secondo la tendenza: errore pesantissimo. Si cerca di compiacere un’opinione attraverso decisioni che hanno poca sostanza. Come i Maneskin che sono gender fluid e sventolano la bandiera dell’Ucraina: la Corte Costituzionale funziona un po’ così, secondo l’aria che tira.
A dirlo è quel tale che ha sperato di fare soldi con l'omofobia, passando dal voler essere il segretario del Pd al proporsi come l'amico dei fascisti che intona l'inno russo dopo aver giocato a fare il no-vax. Ed è surreale senta la necessità di attaccare la sessualità dei Maneskin per incolparli di non intonare l'inno russo come fa lui, interessato a promettere che lui offrirà sconti in bolletta a chi si dirà disposto a voltare lo sguardo mentre i militari russi stuprano bambine dell'età delle sue figlie.
Come tutto ciò dovrebbe riguardare il doppio cognome lo sa solo lui.