Il leghista Montevecchi: «Sanzioni all'Ungheria sono vendetta dei globalisti»
Il leghista Matteo Montevecchi, già social manager di Simone Pillon, ci illustra la sua curiosa teoria per cui il populista che vince le elezioni è legittimato a pulirsi il deretano con la Costituzione sottoscritta quando ha chiesto di accedere ai fondi europei.
Asserendo che per i leghisti ogni educazione al rispetto sarebbe «diseducativi» per il modello di gioventù salviniana a cui loro aspirano , arriva a sostenere che la legalità sarebbe un atto di «vendetta dei globalisti» e «un ricatto di chi è allergico alla democrazia». Poi pazienza se il popolo ha affossato i referendum con cui il suo Orban cercare di legittimare quegli obbrobri importati da Mosca.
Con i soliti toni strafottenti, scrive:
Quindi anche i preti pedofili possono dire che i giudici hanno cercato «vendetta» perché non li lasciano liberi di molestare qualcuno? Oppure è solo chi piace al loro Putin a dover poter godere di un'esenzione dagli accordi internazionali sottoscritti? Se l'Ungheria vuole fare quello che vuole, non dovrebbe forse prima rinunciare ai fondi europei se non ritiene di condividere i principi di quell'unione?
ma forse queste domande non interessano ad un leghista che si fotografa davanti alla bandiera dei cristeros, ossia dei guerriglieri messicani che tra il 1926 e il 1929 presero in mano i loro fucili fucili per opporsi al governo presieduto dal presidente Plutarco Elías Calles, un anticlericale che aveva imposto una legge ritenuta fortemente restrittiva per la libertà religiosa.
E se lui dice che sia giusto uccidere e imporsi con le armi se ci si dice opinabilmente "Cristiani", è un po' surreale dica che lui esiga leggi fortemente restrittive verso la libertà di interi gruppi sociali. Anche in questo caso sosterrà che chi è più prepotente deve averla vinta?