Pillon incolpa i gay per la denatalità: «La famiglia è solo mamma e papà con figli»

Il leghista Simone Pillon continua ad ostentare il suo odio per la famiglia, ripetendo i peggiori slogan di quelle lobby neofasciste finanziate da Mosca che lui rappresenta al Senato. Afferma che i divorziati del suo partito si dicano certi che il rispetto e l'assenza di leggi anti-gay importate dalla Russia abbiano lo scopo di «demolire la famiglia» mentre il suo leader corre dietro a ragazzine semi adolescenti .
A detta del leghista, bisognerebbe anche comprare i bambini con denaro pubblico, dato che i soldi potrebbero aumentarne la produzione. Evidentemente non pensa che sarebbe più utili uscire dal suo Medioevo per ridare fiducia al Paese:

Nel video allegato, Pillon parla di una presunta «emergenza natalità» che dice sarebbe «drammatica» perché lui teme che non ci saranno bimbi disposto a pagare i suoi costi. Poi inizia a dire che «non possiamo proseguire con la demolizione ideologica della famiglia e poi pensare che la famiglia demolita dal punto di vista ideologico possa continuare a svolgere la sua funzione sociale. Una volta che la famiglia viene distrutta e demolita, poi è demolita per sempre. E poi non di può pensare che la natalità sia colmata con altre risorse. La natalità si colma con la famiglia e niente di diverso».
Sostenuto che per lui la "famiglia" avrebbe una funzione prettamente procreativa, inizia a dire che bisognerebbe dare denaro pubblico ai ricchi perché «davanti all'emergenza natalità non possiamo considerare l'isee» ma dovremmo mantenere con denaro pubblico i figli di chi, come lui, prende decine di migliaia di euro di stipendio. Ovviamente inizia a dire che l'isee sarebbe «uno strumento iniquo che misura male la ricchezza» perché «calcola il reddito lordo e costringe gli italiani che pagano le tasse a pagarle due volte».
Peccato che il suo legittimare l'evasione fiscale appaia molto grave, ancor più se vuole sostenere che l'evasore fiscale dichiarerà il netto reale e non tenterà di truffare due volte i cittadini onesti. Ed immancabile è il suo sostenere che la casa di proprietà non dovrebbe essere considerata, anche se esonera dal pagamento di un affitto e può essere venduta. E per lui non fa differenza se si vive in trenta metri quadri o se si ha un villone con piscina: il leghista urla che il villone sarebbe «il minimo sindacale che dobbiamo riconoscere alla famiglia per poter crescere i suoi figli».


Immancabile arriva il capitolo dedicato alla sua consueta istigazione alla discriminazione, con il leghista che si mette ad urlare: «Ministro, le famiglie sono la mamma e il papà con i figli. Non è difficile. È così da sempre. Da che c'è il mondo. E allora lasciamo perdere le ideologie e investiamo sul vero bene primario del nostro Paese: la famiglia naturale, quella che la nostra Costituzione contempla».
Insomma, secondo Pillon sarebbe "naturale" che Salvini voglia ricorrere delle ragazzine e si dovrebbe ritenere contro-natura quella natura che non piace ai leghisti. E così si inventa che sarebbe per colpa della tolleranza che gli etero non farebbero figli. E pazienza se la Costituzione non definisce i sessi dei coniugi come il leghista vuol far credere.
Pillon arriva così a dire che lui vuole «un fisco a misura di famiglia» e rilancia la «flat tax» che permetterebbe ai ricchi di potersi far pagare le tasse dai più poveri. Ed è sostenendo che chi ha figli non dovrebbe pagare le tasse che inizia ad urlare: «Il concetto è semplicissimo. Tutto quanto la famiglia guadagna e spende per crescere i figli non può essere tassato. Non può essere toccato dal fisco». E dunque il povero non vedrà tassato il cibo, il ricco avrà agevolazioni fiscali sui corsi di equitazione e sulla piscina che farà costruire in giardino per i figli.


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