Pillon difende la mattanza degli agnelli e tira in ballo le donne che lui vuole obbligare a partorire i figli dei loro stupratori


Da fiero cacciatore, par che il senatore leghista Simone Pillon rivendichi il piacere che prova nello sparare agli animali, magari massacrando alcune madri in modo che i loro cuccioli possano morire tra atroci sofferenze manco fossero quei malati terminali che lui chiede siano torturati nel suo nome.
Rivendica la mattanza di agnelli che tanto piace ai leghisti, il senatore sostiene che il suo suo essere omofobo e contrario ai diritti umani lo legittimerebbe ad uccidere dei cuccioli appena nati. E cosi inizia a dire qualcuno acquisterebbe i bambini su internet e rimarca il suo dirsi eccitato da una Polonia che obbliga le donne ucraine stuprate dai militari russi a dover far nascere il frutto della violenza subita:



Inizia poi a dire che le sinistre non avrebbero "valori" perché non impongono la sua volontà alle donne, non festeggiano i morti del Mediterraneo, non uccidono cuccioli e non difendono l'odio.
Ovviamente Pillon ha anche tagliuzzato le dichiarazioni della senatrice prima di irriderla, omettendo il passaggio in cui spiegava: «Non si mangiano i figli di altre madri: avete mai visto portare via gli agnelli? Io si, le pecore corrono dietro ai camion e urlano. Non c'è bisogno di mangiare l'agnello».
Ma forse chi non prova compassione neppure per i bambini che affogano nel Mediterraneo non si procura della sofferenza inferta dal loro voler mangiare cuccioli appena nati.

Già Mario Adinolfi e vari leader dell'omofobia organizzata rivendicarono con orgoglio il loro voler uccidere cuccioli da mangiare. Evidentemente esiste una correlazione tra l'omofobia e il disprezzo per la vita del fronte no-vax.

Tra i commenti, i proseliti di Pillon scrivono frasi come questa:



Insomma, loro vivono di razzismo e rivendicano la loro crudeltà sugli animali inventandosi che non sarebbe "cristiano" colui che non campa d'odio.
1 commento