Pillon sostiene che il cognome della donna sia un attacco alla figura patena che mina la stirpe e i legami di sangue
Come era facilmente prevedibile, il senatore leghista Simone Pillon non ha perso tempo a dirsi infastidito da una Corte Costituzionale che ha messo in dubbio la supremazia del maschio sulla donna. Sostenendo che i giudici dovrebbero avere «altre priorità» rispetto a quello di portare a termine i processi, inizia a delirare su «stirpi» e «legami di sangue» prima di uscirsene con la solita solfa della famiglia che verrà distrutta perché il cognome della madre sarebbe un attacco «alla minata figura paterna».
Ovviamente dice anche che la mancata supremazia del maschio creerà liti in famiglia, dato che lui non accetterebbe mai che i suoi nipoti non portino un cognome odiato dalla stragrande maggioranza degli italiani come il suo:
Peccato che i cognomi non saranno infiniti, dato che nel testo è specificato potranno essere al massimo due. E ben più curioso è come Pillon sostenga che "la madre dona il corpo, il padre consegna l'appartenenza ad una storia, ad una comunità, ad una famiglia". Conseguentemente, lui deve ritenere che le donne abbiano solo un corpo e che siano senza storia, comunità e famiglia.