Stefano Puzzer è stato licenziato per giusta causa dal Porto di Trieste


Stefano Puzzer, leader delle proteste al Porto di Trieste, è stato licenziato per “giusta causa” dall’Agenzia per il lavoro portuale. E se lui fa vittimismo e parla di un licenziamento per "motivazioni politiche" al pari di quel Tuiach che cercò di intascarsi la malattia mentre partecipava ai raduni fascisti di piazza, il presidente dell’azienda, Franco Mariani, ha spiegato che «il licenziamento nulla ha a che vedere con vicende politiche sulle quali il lavoratore fa leva. E le cose andrebbero raccontate tutte». Ad esempio, Puzzer non dice di non essersi più recato al lavoro dallo scorso 15 ottobre per via della sua strenua opposizione al grenpass nonostante fosse vaccinato con due dosi.
«La vicenda -ha spiegato Mariani- è legata strettamente al rapporto del lavoratore con la sua Agenzia, che deve essere improntato alla lealtà e al rispetto delle normative sanitarie e contrattuali, senza creare nocumento agli altri lavoratori portuali in termini di immagine e di concreta partecipazione all'attività lavorativa». Al massimo di politico di politico ci sarebbero solo le ambizioni di Puzzer che, per quanto «personali e del tutto legittime», «non possono colpire, indebolire i lavoratori art. 17 (quelli a chiamata) del porto e il porto di Trieste stesso».
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