Alessandria. Il candidato sindaco di Adinolfi chiede la sterilizzazione delle persone trans


Angelo Mandelli, ossia il candidato sindaco di Mario Adinolfi ad Alessandria, attacca la carriera alias che garantisce il rispetto degli studenti trans nelle scuole. Spiegando che il genere non esisterebbe perché lui ne nega l'esistenza, è con toni da Ventennio che scrive:

L’ideologia ci vuol far credere che sia possibile cambiare la realtà a proprio piacimento. Ma non è così. La realtà rimane, per fortuna, dura a morire.
Questo vale anche per il sesso. Le specificità del propria sessualità non si possono eliminare. Se non altro, ci sono dei CROMOSOMI diversi in ciascuna delle nostre cellule, a seconda che siamo maschi o femmine. E nessuna operazione chirurgica, terapia ormonale o travestimento può cambiare questo dato di fatto.
La cosa è talmente evidente che gli stessi sostenitori di queste teorie cervellotiche hanno dovuto taroccare il linguaggio e vi parlano di “genere”, sperando di imbrogliare le carte. Peccato che il “genere” di cui parlano loro, non è altro che il sesso delle persone. Maschio o Femmina.

Insomma, ripetono la solita propaganda di Jacopo Coghe sui cromosomi che dovrebbero imporre ruoli sosocIali, pare sostenere che non esisterebbe differenza tra Adinolfi e una donna trans. Inizia così a dire che la mente dovrebbe adattarsi al corpo, rifiutando la propria essenza perché lui ritiene che a renderlo uomo sarebbe solo l'escrescienza che ha tra le gambe:

Chi vi racconta che una persona può “cambiare sesso” (o “genere” che dir si voglia), vi sta solo imbrogliando. Vi stanno imbrogliando anche quando vi dicono che ci sono delle persone “intrappolate” in un corpo che non corrisponde alla propria personalità, e che per “fare il loro bene”, bisogna alterare il corpo, oppure i documenti di identità. Chi vi dice che siano le anime intrappolate dal corpo e non i corpi intrappolati dalle anime?
E poi, di quale “bene” parlano? La menzogna non ha mai fatto il bene di nessuno. E ci sono migliaia di studi scientifici che dimostrano che la “disforia di genere”, trattata secondo i dettami dell'ideolgia “gender” (quella appunto che prevede che il corpo debba adattarsi alla mente, e non viceversa) produce solo danni ulteriori.

Sarebbe curioso citasse anche solo uno di quei fantomatici "migliaia di studi scientifici" che lui sostiene consiglierebbero la discriminazione.

Inizia poi adire che lui esige la castrazione delle persone trans, sostenendo che la loro identità non dovrebbe essere riconosciuta se prima non gli si asporta l'apparato genitale:

Per sostenere questa demenzialità si appellano ad una legge del 1982. Una legge assurda, che darebbe alla gente la possibilità di fare una cosa impossibile (cambiare il proprio sesso, appunto) dopo una operazione chirurgica. Ma, se non altro, una legge che metteva di limiti precisi a questa pretesa, e prevedeva che il cambiamento di sesso/genere potesse avvenire solo DOPO il completamento del percorso di transizione. Invece qui si vuole che questa specie di carta di identità alternativa venga dato PRIMA del termine del percorso. Di fatto distruggendo la legge stessa. Se il cambio di sesso/genere viene riconosciuto prima della transizione, allora a cosa serve una legge?

In realtà il candidato di Adinolfi mente. Se è vero che la legge sul cambio sesso del 1982 prevedeva l'obbligatorietà dell'operazione chirurgica e bisognava fare due procedure in Tribunale, il decreto legislativo n. 15 del 2011 ha modificato la legge ed ha previsto che il Tribunale autorizzi l'intervento chirurgico di mutamento di sesso solo ove necessario.

A quel punto Mandelli inizia a dire che sarebbe discriminatorio non poter cambiare sesso ogni mattina come loro giurano avverrebbe, lamentandosi che ogni richiesta da parte di studenti trans dovrà essere supportata da dati oggettivi:

Il “carriera alias” introdurrebbe poi un ulteriore elemento di arbitrio e ipocrisia da parte delle direzioni didattiche. Questo psedo-certificato infatti non verrebbe concesso in automatico, ma bisognerà presentare una “documentazione medico scientifica” e aspettare che la dirigenza della scuola risponda.
Ma se cambiare sesso/genere è un “diritto“, perchè bisogna sottoporlo alla approvazione di qualcuno? Viceversa, se una cosa deve essere approvata da qualcuno, allora non è più un diritto. E poi, in cosa consisterà questa documentazione da presentare, e che competenze hanno le direzioni didattiche per valutarla e approvarla? Cosa ne sanno loro di “identità di genere”, di “disforia” e di perizie neuropsichiatriche? Sono direzioni didattiche o reparti ospedalieri?

Stando alla sua teoria, una scuola non dovrebbe accettare giustificazioni per malattia dato che non sono medici e non possono verificare quanto dichiarato dal medico curante. Ma Mandelli inizia a dire che il rispetto sia "mafia" al pari di quel loro Mirko De Carli (pure lui candidato sindaco per Adinolfi) che pretendeva che una ragazzina trans venisse costretta a spiegare al controllore del bus perché sul suo abbonamento ci fosse un nome maschile. Scrive Mandelli:

Insomma un grande pasticcio “arcobaleno”. Ci parlano di democrazia e “diritti”, ma stanno invece cancellando proprio queste cose, sostituite dalla discrezionalità ideologica.
Per tranquillizzarci ci vengono a dire che i “carriera alias”, non avranno alcun valore legale. Saranno cioè solo carta straccia. Questo però non ci conforta , ma peggiora ulteriormente le cose. Ci chiediano perchè le scuole italiane devono diventare dei luoghi “extraterritoriali”, dove valgono dei regolamenti arbitrari, non sanciti da nessuna legge e senza nessun valore legale? Che differenza c'è fra un terrorio del genere e quelli dominati dalla mafia?

Tutto questo per spiegare che lui non accetta che una persona trans non sia uniliata e discriminata nel nome di Adinolfi.
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