Draghi: «Quello di Lavrov è stato un comizio, non un’intervista. Le sue parole sono aberranti»

Proseguono le polemiche per il lungo comizio senza contraddittorio di Sergej Lavrov che è stato trasmesso domenica sera a Zona Bianca su Rete 4. Al conduttore viene contestato un inaccettabile silenzio davanti alla narrazione propagandistica di Mosca che è stata propinata al pubblico italiano, senza alcuna smentita dinnanzi alle molte bugie pronunciate dal Ministro degli Esteri russo.

Anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha criticato quel comizio ed ha dichiato:

Prima di tutto parliamo di un Paese, l’Italia, dove c’è libertà di espressione. Quindi partiamo da questo fatto. Il Ministro Lavrov appartiene a un Paese dove non c’è libertà di espressione. Questo Paese (l’Italia, ndr) permette dunque di esprimere le proprie opinioni liberamente, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quindi, il mio giudizio è che quel che il ministro Lavrov ha detto è aberrante. Per quanto riguarda, poi, la parte riferita a Hitler e il fatto che fosse ebreo, quella parte lì è veramente oscena. La televisione trasmette liberamente queste opinioni. Si è parlato di intervista, però in realtà è stato un comizio. Quindi la domanda che ci si deve chiedere è se si deve accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistato senza nessun contraddittorio per un periodo di tempo. Perché non è un’intervista di 1-2 minuti, senza nessun contraddittorio. Non è granché.

Insomma, nonostante Adinolfi sostenga che il bravo giornalista debba tacere quando il potente di turno prova ad ingannare il suo pubblico, in tanti hanno contestato l'atteggiamento di un conduttore che ha persino augurato "buon lavoro" ad chi ha raccontato che gli ebrei sarebbero antisemiti o che Zelensky sarebbe nazista perché ebreo.


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