Matteo Maria Zuppi è il nuovo presidente della Cei


Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, è stato nominato presidente della Conferenza Episcopale Italiana da Papa Francesco. Ma non è detto che si tratti di una buona notizia, dato che il porporato sostiene di credere alla fantomatica "ideologia gender" ed in passato ha aderito ad alcune iniziative dell'estrema destra volte ad impedire l'educazione al rispetto nelle scuole.
Nel 2020, Zuppi firmò l'introduzione al libro di Luciano Moia "Chiesa e omosessualità", in cui sosteneva che l'accoglienza della persona non può prescindere dal suo orientamento. Ma è sempre inq uel testo che dichiarò anche:

Non possiamo nasconderci che l’orientamento omosessuale, sostenuto da movimenti, centri culturali di varia matrice, trova nella ideologia del gender un supporto per la sua diffusione, particolarmente, nell’età evolutiva in cui matura la coscienza della identità della persona.

Nel 2017, invece, venne elogiato dal partito di Mario Adinolfi per aver cercato di censurare lo spettacolo Fa’afafine sulla scia delle polemiche create dall'estrema destra. In quel caso il signor De Carli gli attribuì il sostener che il rispetto verso le persone transessuale avrebbe corrotto i bambini alla tolleranza e al rispetto:

Il Popolo della Famiglia di Bologna saluta con partecipazione l’intervento di “Bologna 7”, supplemento locale di Avvenire, con il quale la curia felsinea ha finalmente preso posizione contro i rischi indotti sui nostri figli dallo spettacolo “Fa’afafine: mi chiamo Alex e sono un dinosauro”, in programma martedì 31 sera nella scuola media statale di Castello d’Argile. Mirko De Carli sostiene che “la Curia non poteva rimanere indifferente a uno spettacolo che può avere conseguenze dannose sui nostri figli, in quanto, come giustamente rilevato su Bologna 7, i disturbi dell’identità di genere e della differenziazione sessuale provocano gravi sofferenze nei bambini, e quindi è scorretto e rischioso usarli per propagandare l’ideologia ‘gender’ tra di essi”. De Carli osserva che è “preziosa e irrinunciabile” la voce ferma e decisa della Curia bolognese, e dell’arcivescovo Matteo Zuppi, “in un momento così grave, nel quale l’ideologia gender cerca di infiltrarsi nelle nostre scuole, assediando i nostri ragazzi”.
Sull’editoriale di Bologna 7, Chiara Unguendoli infatti non ha esitato a condannare “l’ideologia ‘gender’ che vorrebbe che l’identità sessuale e quindi personale, fosse ‘opzionale’, quindi sceglibile a piacimento dal soggetto, anche alternandola nel corso della vita”.

In realtà lo spettacolo Fa’afafine fu messo all'indice dai camerati di CasaPound attraverso una loro personalissima rilettura della storia, presa per buona dai partiti di estrema destar che hanno visto l'occasione di cercare profitto con sterili polemiche su quel fantomatico "gender" con cui loro cercano di spaventare gli ignoranti e gli intolleranti.
Ed infatti giurano che qualcuno sostenga che l'identità di genere sarebbe "scioglibile a piacimento dal soggetto" quando è palese a chiunque non voti Adinolfi che l'identità di genere è una parte della persona e che si tratta di riconoscere una caratteristica, non certo di "sceglierla".

Di contro, pare molto positivo osservare come la lobby di Riccardo Cascioli si dica arrabbiata dalla nomina. In carcere ad un invito a finanziare con denaro pubblico l'organizzazione forzanovista Provita Onlus attraverso il solito spauracchio del fantomatico "gender" che loro dicono "confonderebbe l'identità sessuale dei bambini", Andrea Zambrano scrive:



Insomma, non piace al sito ciellino perché non è razzista, omofobo e di estrema destra come loro avrebbero voluto. In particolare, si dicono arrabbiatissimi perché Zuppi propone «una pastorale per i cattolici omosessuali» al posto di suggerire che ai gay siano negati persino i funerali come è stato chiesto da quelle pagine.

Di contro, non pare un buon auspicio il fatto che Adinolfi si dica felice della nomina. E se è vero che non è da escludere l'ipotesi che Adinolfi volesse solo inventarsi dei collegamenti che gli permettessero di parlare di sé stesso come ama fare incessantemente, il fondamentalista scrive:



E va ancora peggio con l'associazione forzanovista Provita Onlus che si è affrettata a tirare fuori uno scatto che ritrae Zuppi insieme a Jacopo Coghe, assicurando che sarà «un interlocutore valido e prezioso» per le loro attività di promozione dell'omofobia e di contrasto al diritto di scelta die malati terminali:



Insomma, bisognerà attendere per capire se la Cei sceglierà il cristianesimo o se preferirà abbracciare le lobby omofobe.
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