Pillon e Porro considerano un "diritto" il cyberbullismo e l'hate speech
Secondo il senatore leghista Simone Pillon, sarebbe «una follia» persare che la libertà di parola non sia assoluta e che non possa degenerare in minacce, molestie, diffusione di notizie false e odio. Forse ignaro che in Italia la legge già prevede limiti alla libertà di parola dato che reati come la diffamazione hanno rilevanza penale (cosa che non accade negli States), il leghista scrive:
Secondo il leghista, si dovrebbe poter dire che lui è pericoloso pedofilo o si dovrebbero poter pubblicare messaggi che incitano allo stupro di sua moglie senza poter essere denunciati? Davvero pensa che l'odio sia un "valore" populista che deve esporre migliaia di bambini a bullismo e violenze?
Secondo quanto scrive il quotidiano di estrema destra Il Tempo, l'intera polemica sarebbe stata creata dal solito Nicola Porro:
Oltre a chiedere il finanziamento pubblico di Giorgia Meloni, il sito di Porro si lancia nel sostenere che il contrasto ai discorsi d'odio sarebbe una "censura del pensiero". Ed è curioso dicano che il contrasto all'odio sarebbe "censura preventiva" quasi come se Porro volesse sostenere che sia necessario che l'odio porti a suicidi od omicidi prima che ce ne di debba occupare.