Adinolfi denigra l'autore del simbolo del Giubileo, facendo insinuazioni sulla sua sessualità ed accostandolo alla pedofilia
Mario Adinolfi non si è risparmiato dall'insultare gratuitamente il simbolo scelto per il Giubileo del 2025, sostenendo che lui ci vedrebbe un simbolo da «gay pride» data la presenza di colori che ricordano un arcobaleno e la presenza di persone che a lui fanno pensare ad un «trenino». E pazienza se tutti sanno che l'arcobaleno è il simbolo biblico dell'alleanza tra Dio e l'uomo, Adinolfi sembra intenzionato a chiarire il suo fermo disprezzo verso tutto ciò che gli ricorda i gay:
Ovviamente il simbolo ha un altri significato, come ha spiegato l'autore che ha vinto il concorso indetto dal Vaticano: «Quando ho voluto "personificare" la speranza ho avuto subito chiara un'immagine: la croce; la speranza, mi sono detto, è nella croce. Ho immaginato il Papa, Pietro di oggi, guidare il popolo di Dio verso la meta comune, abbracciando la croce, che diviene un'ancora, quale saldo riferimento per l'umanità; e noi, popolo, stringerci tra noi e a lui come fossimo stretti a quell'ancora anche noi evocando simbolicamente i pellegrini di ogni tempo», ha dichiarato Giacomo Travisani.
Ma Adinolfi continua a insistere che lui ci vedrebbe simboli gay. Ed è per sostenere la sua tesi che ha ha cercato di denigrate l'autore del logo attraverso la pubblicazione di alcuni suoi scatti privati, irridendo il suo lavoro da massaggiatore e lasciando trasparire chiare allusioni sul suo orientamento sessuale:
Lo stesso ha fatto in calce al messaggio originale. Davanti ad un don Pirri che ha provato a fargli notare l'arcobaleno poteva essere il simbolo descritto dalla Genesi, Adinolfi inizi a sbraitare che lui non è scemo e che lui avrebbe capito che l'autore sarebbe gay. Poi, mostrando tutta la sua consueta violenza, ha persino tentato di accostarlo alla pedofilia.
L'accostamento deve averlo eccitato parecchio, dato che stamane ha deciso di riproporre quell'osceno accostamento sul suo profilo Facebook in un chiaro tentativo di accomunare i gay alla pedofilia.
Sempre usando in maniera denigratorie le fotografie private del vincitore del concorso indetto dal Vaticano (a cui avrebbe tranquillamente potuto partecipare anche Adinolfi), il fondamentalista scrive:
Insomma, è partendo dalla diffamazione dell'autore del logo del Giubileo che Adinolfi è passato ad accostare l'omosessualità alla pedofilia, arrivando ad aizzare i suoi seguaci a sostenere che la loro idea di "chiesa" sarebbe quella di un club riservato ai soli eterosessuali che cerca di togliere diritti e libertà agli altri.
Ed è così che troviamo personaggi che si mostrano pronti ad insultare i preti pur di difendere le posizioni dogmatiche di un pokerista dalle molteplici mogli, congratulandosi per il suo contributo alla discriminazione:
Appare inaccettabile che un onesto cittadino possa ritrovarsi accostato alla pedofilia solo perché Adinolfi sostiene che un massaggiatore non possa conoscere la Genesi e non possa conoscere nozioni bibliche che sanno pure i bambini. Ed è curioso abbia omesso alcuni particolari, ad esempio il fatto che Giacomi Travisani lavori anche grafico e che dunque non sia "il massaggiatore" de denigrare per la sua onesta professione. Ed ovviamente manco racconta che l'uomo lavora per le Edizioni san Paolo, ossia per la più grande casa editrice cattolica del Paese. Quindi ha ben poco da ridere sul fatto che conosca la genesi mentre massaggia...
Indicativa è anche la scelta delle immagini, dato che pare esseri molta malafede in chi è andato a cercare con il lanternino ogni fotografia privata lo ritraesse senza maglietta, anche se in nessuna di quelle immagini lo si vedeva nuotare nudo in una piscina come un certo integralista di nostra conoscenza.
Su Facebook è andata anche peggio, dato che Adinolfi giura che il loro sarebbe sicuramente ispirato a imprecisati «trenino» mentre pare fare illazioni sul fatto che Fischella volesse portarselo a letto:
Aizzati da Adinolfi, i suoi proseliti si affrettano a fare branco come loro solito, lanciando insulti e offe gratuite che paiono assai molto poco cristiane:
E ricordate quelle persone che commentano Adinolfi invitandolo denunciare chiunque osi dissentire da lui? Qui le troviamo a sfottere chi osserva che una persona ingiustamente accostata alla pedofilia avrebbe ogni motivo di sporgere querela:
Curioso è come il partito di Adinolfi sostenga che Giacomi Travisani sarebbe gay solo perché lo ha insinuato il loro capo e loro sono disposti a giurare su Dio qualunque cosa lui gli dica di pensare.