Adinolfi insulta La Repubblica per la loro partecipazione al Roma Pride
La Repubblica prenderà parte con un proprio striscione al gay pride di Roma. Chi vorrà partecipare sarà il benvenuto, gli altri potranno tranquillamente starsene a casa.
Ma dato che Mario Afinolfi ha ripetutamente spiegato che le sue figlie vengono mantenute grazie ai proventi derivanti dal suo commercio di omofobia, è mentendo ai suoi proseliti che il fondamentalista si è inventato che il direttore di Repubblica avrebbe "intimato" una partecipazione al Pride di Roma. Ed è sulla base della sua falsa testimonianza che il fondamentalista inizia a irridere i partecipanti, forse invidioso perché La Repubblica è in edicola dal 1974 mentre il suo giornaletto è stato ritirato dalle edicole per mancanza di lettori nel giro di pochi mesi:
Peccato che di fantozziano xi sia solo quella caricatura di partito politico che lui sostiene di presiedere. Lui guida un partito dove lui dice e decide tutto, con i suoi proseliti he lo seguono a pecorella quando lui decide si essere no-vax o quando intona l'inno russo mentre i militari di Putin stuprano bambine minorenni.
In realtà Mario Adinolfi appare come la personificazione delle coppa Cobram, ma lui lancia accuse a caso contro gli altri. Tutto questo proponendosi come quello che non fa altro che denigrare sempre e comunque gli altri, ma poi dice che lui esige di essere definito "cristiano" nonostante ogni evidenza suggerirebbe che lui sia l'antitiesi di quando ha predicato Gesù.
Ma forse ad Adinolfi rode vedere che al Pride vanno milioni di persone mentre lui ha dovuto candidare la sua seconda moglie, sua madre e la moglie del suo vicedirettore per fare numero dato che manco per gestire un paesino da 500 persone ha trovato chi volesse dargli credito.
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