Cristina Cappellini ringrazia Regione Lombardia per il suo sostenere le accuse di "blasfemia" contro i gay
È dalle pagine del sito di Alleanza cattolica che l'ex assessora Cristian Cappellini, tristemente nota come organizzatrice di vergognosi convegni anti-gay che videro la presenza di alcuni esponenti dei preti pedofili, dichiara che le lobby integraliste avrebbero fatto pressioni affinché Attilio Fontana negasse il patrocino al Milano Pride come atto di ritorsione verso le polemiche create dal leghista Simone Pillon contro tre singoli manifestanti del Cremona Pride.
Lamentandosi che regione Lombardia non contesti l'Articolo 3 della Costituzione mentre chiede che sia negata ogni dignità a milioni di manifestanti sulla base di quanto avvenuto altrove da pare di tre singole persone, scrive:
Pur con la premessa (del resto viviamo nel momento storico delle doverose premesse politicamente corrette) secondo cui “Regione Lombardia condivide l’importanza di iniziative dedicate a promuovere coesione, parità, sensibilizzazione e rispetto delle identità e dei diritti politici, umani, sociali, civili”, lo stesso documento stabilisce che: “Per lo specifico della iniziativa presentata, a seguito delle verifiche e delle riflessioni interne e a seguito di episodi che hanno provocato critiche istituzionali e dell’opinione pubblica, è stato ritenuto di non concedere il patronato istituzionale di Regione Lombardia alla Parata del prossimo 2 luglio”.
Ciò dimostra che quando l’opinione pubblica reagisce in maniera decisa (la forte polemica seguita al gesto blasfemo perpetrato al pride di Cremona aveva messo in luce finalmente certe forme e modalità di svolgimento di queste tipologie di manifestazioni) anche le istituzioni alzano le antenne e corrono ai ripari. E se i politici di riferimento non sono così ideologizzati da perseverare sulla cattiva strada, una marcia indietro può cercare di metterci una pezza.
Detto da una tizia che sperperò migliaia di euro di denaro pubblico per istituire inutili "centralini gender" e avessero l'unico scopo di sponsorizzare le truffe culturali delle lobby omofobe, pare una premessa quasi comica. Ma appare ormai evidente come questi soggetti cerchino di abusare della religione come strumento di incitamento all'odio verso interi gruppi sociali.
E così inizia a lamentarsi che Regione Lombardia non sia omofoba quanto lo era sotto la guida di Roberto Maroni:
Resta il fatto che la posizione della Regione Lombardia in campo etico (ma non solo) non sia più granitica come lo era durante il quinquennio a guida Maroni, e questo potrà portare ad altri incidenti di percorso come quello di un paio di settimane fa. Ma è anche vero che se la gente alza la voce e manifesta un dissenso netto è più facile che la classe politica trovi il coraggio (anche solo per opportunismo politico/elettorale) di fare un’inversione di marcia.
Se è opinabile che la promozione dell'omofobia possa essere ritenuto un atto "etico", è ancor più opinabile il suo sostenere che negare il patrocinio ai discriminati sarebbe un atto "giusto" in quanto le lobby neofasciste giurano che i gay sarebbero "blasfemi":
Quantomeno ora sappiamo che, se la maggioranza di centro destra in Consiglio regionale è instabile e suscettibile di scivoloni (il che in fondo rappresenta il ritratto del centro destra a livello nazionale), la Giunta Fontana ha rimesso in extremis la Regione sul binario giusto. Fino a quando non si sa, ma per ora è un punto a vantaggio dei movimenti pro family che tanto si sono spesi nei giorni scorsi per mettere in guardia le istituzioni e la società civile dalle aberranti azioni blasfeme e offensive della sensibilità comune, che sempre più spesso, purtroppo, caratterizzano le parate Lgbt.
Insomma, le lobby finanziate su Mosca hanno deciso di inventarsi patetiche accuse di "blasfemia" con cui fomentare odio contro le vittime della loro persecuzione. Ed ovviamente la signora Cappellini ringrazia i leghisti di Regione Lombardia per essersi offerta di aiutarli a promuovere quella truffa culturale.
Eppure pare che il problema della signora non sia quel singolo fatto, ma il fatto che i gay chiedano diritti che lei non vuole possano essergli concessi:
Riguardo al Cremona Pride, la cappellini vede "blasfemia" persino in chi osa pensare che il Papa non sia omofobo. Ovviamente dice che i gay dovrebbero prendersela con gli islamici se i leghisti vanno in Senato a leggere la Bibbia a sostegno dei crimini d'odio, urlando che il suo giudizio vada ritenuto una condanna inappellabile:
Ma è più blasfemo che la madonna non sia ritenuta omofoba o l'ospitare preti pedofili che stupravano minorenni sin dentro il confessionale?