Il partito di Adinolfi: «Vietate il Toscana Pride. I gay sono depravati come alcolisti, tossicodipendenti, pedofili, zoofili e stupratori»
Il partito di Adinolfi ha formalmente chiesto al sindaco e al prefetto di Firenze un divieto al Toscana Pride del 18 giugno prossimo. Impegnati nella loro incessante campagna di istigazione all'odio, giurano che i gay sarebbero un'offesa alla loro religione e che quelle manifestazioni sarebbero un «atto pubblico che vada a promuovere l'omosessualità e ad approvarla istituzionalmente».
Attraverso una missiva a firma di Francesco Galante e Pier Luigi Tossani, rispettivamente in qualità di coordinatore regionale del Popolo della famiglia e del loro referente per Firenze, è in copia al vescovo della città che scrivono: «Signori, si tratta di un'iniziativa deleteria sotto ogni punto di vista, sia per gli omosessuali che per la società: pertanto vi raccomandiamo caldamente di annullarla».
Citando Francesco Borgonovo e Mario Adinolfi come "fonti" delle loro invettive, è con una violenza che parrebbe incompatibile con i principi della nostra Costituzione che scrivono:
[...] anche a prescindere dal drammatico contesto di crisi demografica che abbiamo appena visto, pur per sommi capi, e che dovrebbe sconsigliare severamente ciascun politico responsabile, dal compiere ogni atto pubblico che vada a promuovere l'omosessualtà e ad approvarla istituzionalmente, il che evidentemente non farebbe che peggiorare la situazione, noi vi porgeremmo ugualmente la presente missiva, poiché la questione del Pride ha anch'essa, come la crisi demografica, una severa attinenza alla corretta conduzione dello Stato. Ciò, a motivo del fatto che l'omosessualità è una condotta oggettivamente disordinata, e quindi - ripetiamo - essa, come tale, non ha alcun titolo, per nessun motivo, di essere pubblicamente promossa. Per ampliare questo concetto, non abbiamo trovato parole migliori di quelle del dottor Bruto Maria Bruti, dal suo Voci per un Dizionario del Pensiero Forte, che desumiamo dal Forum del sito web Termometro Politico:
Citano così un testo in cui i gay vengono paragonati ad alcolisti, tossicodipendenti, pedofili, zoofili, stupratori, voyeur, masochisti e sadici:
3. L'ordine naturale
L'alcolista, il tossicodipendente, il pedofilo, lo zoofilo, lo stupratore, il voyeur, il masochista, il sadico, e così via, sono soggettivamente gratificati dalle loro azioni disordinate, ma si tratta oggettivamente di situazioni di deviazione e di alienazione. Molte deviazioni nascono dal conflitto fra il pensiero e la realtà; l'essere umano deve venire aiutato ad avere un giusto rapporto fra il pensiero e la realtà, perché la liberazione da ogni disordine mentale ha luogo nella misura in cui la persona non si pone più in contrasto con l'ordine fondamentale delle cose, nella misura in cui giunge ad accettare il mondo reale e le sue leggi e diventa capace di soddisfare le proprie esigenze all'interno della medesima realtà.
Se è vero che l'uomo deve dominare la natura, è pure vero che la natura si lascia dominare solo conoscendone le leggi e applicandole: pertanto il dominio dell'uomo sulla natura non è assoluto ma relativo, cioè non può andare oltre il limite costituito dalle finalità stesse dell'ordine naturale, poste dal loro Creatore. La tendenza omosessuale è una tendenza ad agire in modo disordinato rispetto alle finalità del proprio corpo: si tratta di un disordine evidente fra il pensiero e la realtà, e tradurre la tendenza omosessuale in atto omosessuale significa aggravare questa situazione di disordine. Un uomo può sentire in sé l'inclinazione alla disonestà e all'omicidio, ma non per questo è costretto o autorizzato a rubare e a uccidere".
Paragonati i gay che osano amare un altro uomo ad assassinio che uccide la moglie perché non se ne stava sottomessa secondo i dogmi di Adinolfi, è utilizzando termini altamente offensivi che proseguono:
Gentili Signori, noi rispettiamo grandemente ciascuna persona, incluse quelle che vivono la condizione omosessuale. Ma è appunto per questo che ci rapportiamo a loro sulla base della Verità, e quindi ci guardiamo bene dall'avallare la manifestazione pubblica del Gay Pride, che rappresenterebbe un approccio alla questione improntato non alla comprensione e al dialogo, quanto piuttosto a un'ideologia demolitrice delle basi antropologiche della nostra civiltà. Ciò sarebbe deleterio per gli omosessuali stessi, nonché, come abbiamo argomentato in precedenza, per la società intera. Sulla base di tutto quanto sopra, non ci resta pertanto che raccomandare caldamente a coloro fra di voi che rappresentano lo Stato e le sue Istituzioni, e quindi il Presidente della Regione Toscana, il Sindaco di Livorno, e il Prefetto di Livorno, l'annullamento della manifestazione in parola. E' bene che ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Sempre attenti a sfruttare la religione come mezzo per istigare odio, aggiungono poi:
Al Vescovo di Livorno e al popolo della sua Diocesi non possiamo che esprimere la nostra solidarietà, per le deliberate offese alla religione cristiana che abbiamo visto essere connaturate ai Gay Pride. Siamo credenti, quindi siamo consapevoli di essere noi stessi peccatori. Né ci consideriamo migliori degli altri, che anzi volentieri abbracceremmo, se le circostanze ce lo permettessero. Nel presente contesto, ringraziamo il Creatore per averci donato gratuitamente la lucidità per renderci conto che, però, eventi come quello in parola sono ontologicamente dannosi sotto ogni punto di vista, recano turbamento all'ordine pubblico, e comunque vanno a minare l'essenza dello Stato. Rispettiamo grandemente ciascuna persona, incluse quelle che vivono la condizione omosessuale. Ma è appunto per questo che ci rapportiamo a loro sulla base della Verità, e quindi ci guardiamo bene dall'avallare la manifestazione pubblica del Gay Pride, che rappresenta un approccio alla questione improntato non alla comprensione e al dialogo, quanto piuttosto a un'ideologia demolitrice delle basi antropologiche della nostra civiltà. Ciò sarebbe deleterio per gli omosessuali stessi, nonché, come abbiamo argomentato in precedenza, per la società intera.
Insomma, tutto fa pensare che Francesco Galante e Pier Luigi Tossani stiano abusando della religione come strumento di promozione all'odio, lamentandosi poi se qualcuno protesta per quelle loro affermazioni che potrebbero apparire un'offesa a Dio?
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