Il pastore Carollo incolpa i Pride per le famiglie in difficoltà economica


Se i nazisti si inventarono una fantomatica "lobby ebraica" al fine di incitare odio contro le persone che sterminarono nei loro campi di concentramento, l'estrema destra ha deciso di inventarsi una fantomatica "lobby gay" contro cui aizzare il loro odio. D'altronde garantire benessere costa fatica, promettere sistematiche discriminazione è assai più semplice e proficuo.
E dato che il pastore pentecostale Luigi Carollo ha lasciato chiaramente intendere che nella sua "chiesa" viene annuncia la parola di Giorgia Meloni, non stupisce abbia voluto fare propria quella truffa culturale e si sia affrettato ad usarla contro il Roma Pride:



Secondo copione, il pastore cerca di fare leva sul denaro e tenta di sostenere che sarebbe colpa dei gay se imprecisate «povere famiglie» non sarebbero in grado di fare il pieno alla macchina. E se in passato teorizzò che suo pieno di benzina dovesse essere fatto pagare a chi fa acquisti al sex shop, non pare che lui faccia la fame dato che diceva di essere abbonato a Sky e che voleva disdire il contratto perché c'era una coppia gay all'interno di un loro programma.

Il pastore Carollo inizia così a sostenere che gli organizzatori del Pride avrebbero «ottenuto migliaia di euro», anche se non si yrovano tracce nessuno di patrocini economici e il pastore si guarda bene dal citare fonti verificabili a sistegno della sua polemica. Ed ovviamente lui non si lamentò quando Verona patrocinò il congresso anti-gay organizzato dai patriarchi russi e dalle solite lobby integraliste.
Forse gli si potrebbe anche spiegare che un Pride che porta in città un milione di partecipanti è una manifestazione che porta ricchezze alle famiglie che operano sul territorio, motivo per cui la sua contrapposizione non pare reggersi in piedi.
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