Incontri segreti tra Salvini e Razov. La lega attacca i servizi segreti perché monitoravano l'ambasciata russa
Beccato con le mani nella marmellata mentre organizzava incontri segreti con l'ambasciatore russo, Matteo Salvini la butta sul vittimismo. Dice che sarebbe inaccettabile che i servizi segreti tenessero sotto controllo l'ambasciata di uno stato belligerante che aveva appena invaso militarmente uno stato sovrano come l'Ungheria e che ha ripetutamente minacciato l'Italia, asserendo che lui si senta offeso da chi ha monitorato un partito indagato per corruzione da parte dei russi e che ha siglato accordi di collaborazione con il Cremlino:
Se non è chiaro cosa dovrebbe significare la frase in lingua leghese “monitoravano Salvini dai russi”, parrebbe normale monitorare chi cercò di vendere il popolo italiano ai russi per pochi rubli nel caso Savoini o chi usò le amicizie tra Morisi e gli hacker russi a fini di propaganda.
Ma la Lega preferisce il racconto di Nicola Porro a sostegno della necessità di garantire che i populisti possano agire indisturbati nell'ombra. Nel racconto di Porro, viene premesso che bisogna credere alla parola di Salvini e che si dovrebbe essere obbligati a sostenere che lui stia lavorando per la pace esattamente come in Russia si finisce in carcere se si racconta che Putin ha invaso l'Ucraina:
Che l’operazione “di pace” di Matteo Salvini con le sue quattro visite all’ambasciatore russo sia stata un tentativo maldestro da effetto boomerang, ormai nessuno lo mette in dubbio. Ha offerto (di nuovo, dopo il blitz in Polonia) l’occasione su un piatto d’argento ai suoi nemici per accusarlo di putinismo, filorussismo e rivangare le varie storie del Metropol. Dunque, errore suo. Però anche al linciaggio mediatico c’è un limite. E forse va notato anche dell’altro.
Se è curioso che Porro voglia sostenere che Salvini sarebbe andato in Polonia a portare la pace e non a collezionare figuracce nel suo becero tentativo di mettere a frutti i morti per il suo tornaconto personale. Ed è decidendo che non ci sarebbe problema se l'ambasciatore russo dice a Salvini che Putin lo vuole incontrare e che lui si prepari a partire senza spiegare al popolo quale siano le sue intenzioni che il sito di Porro dichiara: «Non vi sembra strano tutto questo sommovimento di agenti segreti per incontri tutto sommato innocui?». Ed ancora: «Mettere in mezzo il Copasir per gli incontro con un ambasciatore ci pare un tantino esagerato. Razov in fondo, antipatico o meno che sia, sta lì apposta per incontrare politici e governi in ottica di dialogo. O no?».
Diremmo di no. Dato che non è normale che un membro del governo agisca all'insaputa del governo di cui fa parte, incontrando segretamente i suoi ex alleati mentre pubblicamente giura di non aver più avuto rapporti con loro da quando ha firmato un contratto vincolante che gli impone di agire nell'interesse di Mosca.
Inoltre si dovrebbe indagare sul perché Porro raffiguri il loro Salcini sorridente con il loro Porro, disegnando dietro di loro l'ombra di un ebreo. Non vorrà farsi promotore dell'ondata di antisemitismo rilanciata dalle lobby neonaziste, vero?