Mario Adinolfi infierisce sul corpo di Cloe Bianco: «Suicida perché vittima dell'ideologia trans»


È davvero molto opinabile che il giornale di Maurizio Belpietro spacci Mario Adinolfi come «il politico cattolico» dato che sarebbe più doveroso definirlo un politico che si dice cattolico, dato che quella sua autopercezione appare tutt'altro che appurata e condivisa.
Intervistato dal giornale populista, il fondamentalista ha dichiarato che il suo interlocutore politico è Diego Fusaro e che il suo «intellettuale» di riferimento sarebbe Giuseppe Cruciani. Probabile non servirebbe aggiungere altro, ma Adinolfi ha voluto asserire anche che il discorso di Giorgia Meloni ai neofascisti di Vox (in cui la leader di Fratelli d'Italia ha ferocemente sbraitato contro gay, migranti e mussulmani) rappresenterebbe «tutto ciò in cui credo».
Si dichiara vicino a Meloni e a Rizzo al pari del camerata nazifascista Fabio Tuiach, così come ha insistito nel parlare al maschile di Luxuria mentre asseriva che «il trans noto» dovrebbe «lasciare in pace i minori». Dichiara poi che il teologo Vito Mancuso «non capisce niente» o che lui sarebbe stato vittima di «precognizioni esplicite di morte» da parte del professor Bassetti.

Mario Adinolfi ha poi voluto infierire sul cadavere di Cloe Bianco, l'insegnante che si è suicidata perché vittima di discriminazione, dichiarando: «Nel mondo transessuale, la tendenza al suicidio è otto volte superiore rispetto ai contesti ordinari».
Ma lui nega la tesi per cui omofobia e transfobia avrebbero contribuito a quelle morti, ritenendola «una tesi ridicola» perché lui sostiene che «chiunque conosca la realtà italiana sa che non è omofoba. Non abbiamo nemmeno mai avuto il reato di omosessualità; sono gli inglesi che l'hanno dovuto cancellare, negli anni Sessanta. L'Italia è sempre stata iper tollerante, proprio perché cattolica. E nella Chiesa cattolica esistevano ed esistono molti omosessuali».
In realtà l'Italia non criminalizzò mai l'omosessualità al pari degli alleati nazisti (da lui non citati) perché rendere l'omosessualità reato avrebbe costretto Mussolini ad ammettere che i gay esistessero e Mussolini non voleva accettarlo. Quindi non fu una cosa buona, perché il regime fascista cercò di farli sparire.
Inoltre appare folle il voler citare il cristianesimo come motivo di non-discriminazione, dato che è proprio nel nome della religione che si giustificarono roghi e uccisioni.

Adinolfi inizia così a sostenere che il gay italiano dovrebbe accontentarsi di non essere ucciso e accettare ogni altra forma di discriminazione:

«Non ci sono uccisioni di gay in quanto gay, in Italia. Raccontano questi fatti per riesumare il ddl Zan, ma non c'è un solo episodio di reale violenza grave nei confronti degli omosessuali». La violenza verbale? «Pensa che a me, che sono ciccione, non arrivino gli insulti? Il problema e torno al caso di Cloe è che aver alimentato l'ideologia transgender ha portato molte persone a trovarsi completamente spiazzate, incapaci di affrontare i veri proble mi della loro vita». «Se il punto fosse stato il cambio di sesso o d'identità di genere, Cloe sarebbe stata serena. E invece non lo era. Evidentemente, non aveva risolto in quella maniera le ferite della sua condizione esistenziale».

Quindi Adinolfi ha fatto propria la teoria di Elena Donazzan e nega che il loro essere andati in televisione ad umiliata in diretta televisiva, facendole perdere il lavoro e rendendola emarginata, avrebbero contribuito. Lui non vede colpe in quello che le urlò contro:


Inizia così adire che i veri «discriminati» sarebbero i non vaccinati come lui, non le persone trans o chi è vittima di odio omofobico. Ma, soprattutto, si dice certo che nel caso Cloe non conti un'assessora che l'ha fatta licenziare, un Pillon che scrive messaggi quotidiani contro le donne trans o quel suo partito che invitava pubblicamente a «riempire di botte» le donne trans.

In quel suo ripetere sempre le stesse cose, ha attaccato il diritto all'eutanasia sostenendo che i malati terminali sarebbero «disabili» e che li si dovrebbe costringere a subire trattamenti sanitari contro la loro volontà. D'altronde mica si parla di vaccini vaccini, dato che un conto è lui che vuole poter fare ciò che vuole e un altro sono gli altri che vanno costretti a fare ciò che dice lui.
Da sempre incline a semplificazioni populiste, sostiene che «è inaccettabile è che esista uno Stato che ti mette un veleno in una flebo, come fossi l'ultimo dei criminali statunitensi condannato a morte». Peccato che accettare un paragone significherebbe farsi andar bene chi dicesse che fare l'amore o commettere uno stupro siano la stessa cosa perché la penetrazione avviene con lo stesso movimento meccanico.

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