Omofobia a scuola. Una 12enne fa coming out, i compagni la invitano ad uccidersi


Mentre Pillon continua ad urlare istericamente che non serva alcuna legge per contrastare l'odio, il mondo reale continua a dipingere una realtà molto diversa da quella che certi politici raccontano.
Una 12enne lombarda è stata insultata e derisa dalla classe per aver inviato un messaggino su Whatsapp ad un’amica con scritto "tu mi piaci". Tanto ha scatenato l'inferno. I compagni le hanno fatto trovare bigliettini con scritto “lesbica di mer*a”, gli hanno vandalizzato lo zainetto scrivendole “fr*cia” e all’ingresso a scuola le addirittura hanno chiesto: “Perché non ti impicchi?“.
Le molestie sono continuate ininterrottamente sino a quando la minore è stata spinta all'autolesionismo, nella completa noncuranza di quel senatore leghista che Salvini ha piazzato alla commissione infanzia. Inizia a tagliarsi gli avambracci con la lametta del temperino e a sbucciarsi volutamente le ginocchia sulle pareti. Solo a quel punto, a scuola, qualcuno si rende finalmente conto dell’insostenibile situazione e le chiede scusa.
Non sappiamo se Pillon sogni un mondo in cui la discriminazione coltivata da papà garantisca che sua figlia venga istigata all'autolesionismo se oserò non conformarsi ai desideri sessuali che suo padre proietta su di lei. Ma sappiamo che non è accettabile che una adolescente debba subire simili violenze solo perché avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti nei confronti di una coetanea.
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