Ventotene: Adinolfi candida sua madre, la sua seconda moglie e la moglie del suo vicepresidente

Mario Adinolfi non si è limitato a candidarsi come sindaco di Ventotene, ma ha candidato pure sua madre, la sua seconda moglie e la moglie del suo vicepresidente. Già 2018 candidò la sua seconda moglie a Merano, mentre sua figlia venne da lui candidata alla Regione.
Guardando i documenti ufficiali, i candidati nella lista di Adinolfi a sindaco dell'isola in cui Mussolini deportava i gay sono questi: Luciano Castro, Laura Terrana, Guido Pianeselli, Chiara Sanmorì, Davide Bulzomi, Silvia Pardolesi (la sua attuale moglie), Sergio Nicolamme e Louise Deirdre Hill (sua madre).

Sui social, Adinolfi esorta i suoi seguaci ad indicare i nomi di Luciano Castro e Laura Terrana:

Quando fallì nel suo tentativo di proporsi come candidato sindaco a Roma nel 2015, oltre a candidare Gianfranco Amato (co-fondatore del suo partito) e Giovanni Marco Tullio (il suo caporedattore), mise in lista anche quella Laura Terrana che oggi candida a Ventotene. Ed è sul giornale di Mario Adinolfi che la signora Terrana dichiarava di essersi candidata perché:

Ho deciso di mettermi in gioco per dare voce a chi non ne ha e questo perché le donne in politica hanno un cuore di mamma. Noi donne, noi mamme abbiamo un cuore generoso pronto al fare. Essere madri significa essere esempio di impegno sociale e civile.

Insomma, la signora che sui social si definisce «sposa, madre e candidata per il Popolo della Famiglia» ci spiega che qual è il ruolo che lei vorrebbe imporre alle donne. E parrebbe proprio che lei ritenga una donna abbia valore solo se un maschio l'ha ingravidata.

In occasione della sua candidatura alle elezioni comunali di Roma del 2021, pubblicò questo video:

Non pare un caso che in tutte le fotografie di famiglia sia al fianco di Nicola Di Matteo, vicepresidente e coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia, fondatore dell'associazione "Non si tocca la famiglia" e membro del comitato "Difendiamo i nostri figli" di Massimo Gandolfini. E dato che lui ha rilasciato interviste in cui diceva di essere «sposato con Laura e padre di due splendidi figli», parrebbe lecito pensare che la signora Terrana sia proprio quella Laura che risulta essere sua moglie.

Tra i candidati alle amministrative di Roma, ritroviamo anche quel Luciano Castro che Adinolfi invita a votare a Ventotene:

Il signor Castro risulta presidente della FlyFuture, presidente della Sea Drone, presidente della Roma Drone presidente di EventPage e presidente dell'agenzia di comunicazione Mediarkè. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, negli anni '90 ha iniziato a lavorare come vaticanista. Insomma, non pare l'uomo che mollerebbe tutto per andare a fare il consigliere comunale in un paesello di 98 abitanti.
Ma forse Adinolfi l'ha candidato perché il signor Casto risulta essere il coordinatore dell'ufficio Stampa nazionale del suo partito:

Andando avanti con i nomi dei candidati di Adinolfi, Guido Pianeselli risulta essere un tizio che organizzava rosari contro i vaccini insieme a Stefano Puzzer:

Chiara Sanmorì lavora come professore incaricato presso Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale ed anche lei si candidò a Roma con Adinolfi nel 2016. Invece Davide Bulzomi è uno studente dell'università Cusano che, ovviamente, si candidò pure lui a Roma.

Forse il signor Casto avrebbe potuto dargli qualche suggerimento per la sua comunicazione, dato che lo scatto scelto per lo slogan "il giovane che farà ripartire il Municipio 10 di Ostia" non pare esattamente azzeccato:


E se Silvia Pardolesi è la seconda moglie di Adinolfi, Sergio Nicolamme risulta un animatore per bambini che si è ovviamente già candidato con Adinolfi a Roma a sostegno di Fabiola Cenciotti sindaca. Infine Louise Deirdre Hill è l'immigrata australiana che ha partorito quel Mario Adinolfi che cerca voti promettendo una stretta all'immigrazione.
Nessuno die candidati di Adinolfi parrebbe dunque avere legami con Ventotene, dato che tutti loro sono di Roma. Il fondamentalista è certo che gli abitanti del piccolo comune dovrebbero affidare le loro vite a chi vive la propria vita altrove?


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