Polonia. Sospeso prete vicino ai gruppi neofascisti, ma solo perché inviava video porno alle parrocchiane

Don Andrzej Debski, 46 anni, è un prete polacco che conduceva un programma per bambini trasmesso dall’emittente televisiva cattolica TVP. È stato sospeso dall’arcivescovo di Bialystok dopo che il sacerdote è stato beccato ad inviare messaggi sessualmente espliciti, compresi video in cui si mostrava mentre si masturbava, ad almeno una donna.
Tanto è stato ritenuto assai più grave delle accuse lanciate dal Centro per il monitoraggio dei comportamenti razzisti e xenofobi, il quale accusava il prelato di "essere dietro a molte attività di organizzazioni di estrema destra a Bialystok e di sostenere marce e messe per [l'organizzazione neofascista] Onr" e di aver istigato ultras e neonazisti a una marcia in opposizione di una manifestazione lgbt+ nella città di Bialystok. Una marcia che è ha visto neonazisti impegnati a dare la una caccia e a perpetrare violenze contro le persone lgbt.

Ma dato che la Chiesa Cattolica non pare avere problemi con chi istiga i nazisti alla violenza, il vescovo è intervenuto solo quando il Gazeta Wyborcza ha pubblicato alcuni dei messaggi incriminati, nei quali Debski scriveva a una fedele della sua chiesa dicendole che lei “sarebbe diventata il suo straccio privato”, che doveva “eseguire i suoi ordini” e che sarebbe stata “la prima donna nella storia ad essere scopata nell’ufficio del metropolita di Bialystok”.
Se la sua vicinanza ai neofascisti xenofobi polacchi non creava scandalo nei vertici della Chiesa, quei messaggi hanno portato alla sua immediata sospensione. L’arcivescovo Józef Guzdek ha emesso un decreto che priva padre Debski del diritto di svolgere tutti i servizi pastorali e di indossare un abito clericale e in cui gli ordina anche “terapia e penitenza” in un luogo specifico. Tutte precauzioni che nessuno aveva ritenuto di dover adottare quando si trattava di gestire un prete nazista che si occupava di fare formazione ai bambini.


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