Carlotta Toschi si gioca la carta del dirsi "cattolica" mentre minaccia denunce
Carlotta Toschi continua a cercare visibilità facendo vittimismo, urlando che i gay dovrebbero tenersi una volontaria che promette di vietare le unioni civili, incoraggiare il bullismo omofobo nelle scuole, impedire ogni rispetto verso le persone trans e ogni tutela giuridica per i figli delle famiglie arcobaleno.
Stando alla sua teoria, praticamente dovremmo ritenere sia una vergogna che ai preti pedofili non venga affidata le gestione degli oratori qualora si dicano interessati ad "aiutare" i bambini.
Nella sua intervista, la Toschi giura che lei sarebbe stata allontanata perché «cattolica» e dunque convinta che Gesù voglia omofobia, razzismo, pokeristi plurisposati e condannati per raid squadristi.
Minaccia anche di fare causa a chi ritiene che le politiche di Adinolfi siano discriminatorie e chi contesta la presenza dell'ex vicepresidente di un partito neofascista:
Tra i commenti, gli adonolfiniani iniziano a urlare che lei sarebbe "libera" perché contraria alle libertà altrui o chi i gay dovrebbero essere tolleranti con gli intolleranti:
Peccato sia un controsenso chiedere tolleranza verso l'intolleranza. E pare un piano davvero lucefirino quello di una Carlotta Toschi che tenta di sfruttare vicenda per promuovere odio omofobico quando il reale problema è il suo atteggiamento. Come un antifascista non dovrebbe poter inneggiare a Hitler, una volontaria di un'associazione lgbt non dovrebbe potersi candidare per il partito più omofobo d'Italia, peraltro senza ritenere di dover dare quantomeno le dimissioni.
Perché se Mirko De Carli promette di discriminare ogni donna trans che voglia usare i mezzi pubblici, com'è possibile che la Toschi abbia il coraggio di urlare che le sue vittime vadano obbligate a rivolgersi a lei, sua fraterna amica e compagna di partito, per ottenere giustizia da discriminazioni che lei stessa promuove?
Sarebbe come sostenere che le Ong dovrebbero tesserare Salvini e affidargli la difesa legale di chi contesta i suoi sequestri di persona.
Qui non siamo davanti ad una Carlotta Toschi che ha preso come suo cliente un Luigi Carollo che invita i genitori ad adottare comportamenti che aumentano il rischio di ottenere il suicidio dei propri figli, ma ad una candidata politica che promette sistematiche persecuzioni contro interi gruppo sociali. Il fatto che lei voglia essere pagata dalle sue vittime ricorda un po' troppo quei nazisti che si facevano pagare dagli ebrei il biglietto del treno che li avrebbe condotti nei campi di sterminio.
E subito arriva il pastore Luigi Carollo a giurare che la sua Carlotta Toschi incarnerebbe imprecisati "valori cristani" e che sarebbe stato Dio a regalate la possibilità di poter sfruttare le vittime di odio per il suo profitto personale:
Carollo tenta persino di sostenere che i poveri omofobi si sentirebbero "censurati" nelle loro esternazioni d'odio e che confidano in lei per poter poter discriminare più di quanto Pillon non li abbia aiutati a fare. Molto blasfemo è anche il suo giurare che Dio sarebbe con lei, anche se già i nazisti usarono quel motto e di certo Carollo non pare avere motivi per proclamarsi il detentore della volontà di Dio.
Intanto la Toschi urla che se Adinolfi elogia una Chiesa che non accetta preti gay, i gay dovrebbero accettare volontari che si battono contro le loro vite. A suo dire, una vittima di discriminazione dovrebbe essere costretta a farsi rappresentare da chi incoraggiare quelle discriminazioni:
Non è chiaro se la signora Toschi creda a quello che dice o se si stia semplicemente prendendo gioco delle sue vittime. Perché non è davvero accettabile che lei pretenda di voler fare volontariato in associazioni di cui non condivide i fini. Ed è inaccettabile che la sua incongruenza venga usata per fomentare odio, magari raccontando che in "democrazia" le vittime dovrebbero essere costrette a mostrare rispetto verso i loro carnefici.