Carlotta Toschi torna a fare la vittima
Vorremmo ricordare a Carlotta Toschi che i seguaci di Mario Adinolfi hanno dichiarato di volerci uccidere con «un bel calibro 12 a pompa» prima di proporre di «organizzare una spedizione punitiva per 'sti bastardi! Altro che Charlie Hebdo». Ed è sulla pagina dei suoi assistiti che altri elettori del suo partito hanno dichiarato di volerci impiccare a dei lampioni.
Tutto questo non accade per caso, accade perché il suo capo cerca di fare soldi andando in televisione a sbraitare insulti ai gay e ad urlare istericamente che l'istigazione alla discriminazione sarebbe un atto "cristiano" agli occhi di chi tifa per Putin.
Ci sono poi gay che sono stati uccisi, impiccati, evitati, impalati, torturati, uccisi nelle camere a gas o spinti al suicidio perché gente come Afinolfi non accettava potessero vivere in santa pace la loro vita. Quindi è sembra un po' patetico che lei cerchi di fare la vittima sostenendo che quatto lecite critiche sulla sua attività politica possano essere ritenuti "un prezzo altissimo".
Non è lei che vien spinta al suicidio. Non è lei che teme che i suoi genitori possano dare ascolto ad un pastore Carollo che li invita a non accettare la loro natura. Non è lei a trovare articoli pubblicati da Cascioli in cui i fondamentalisti si divertono a inventarsi che i gay farebbero sesso con gli animali.
Ma lei è complice di tutto questo, dato il partito per cui si è candidato. Non è lei a vedere Pillon che promette di rendere orfani i suoi figli o un Adinolfi che ripete che i gay sarebbero pedofili. Lei non sa neppure cosa significhi pagare un prezzo altissimo, piagnucolando che per quattro critiche lei debba essere considerata una martire in quanto impegnata nella persecuzione di persone a cui il suo partito vuole negare il diritto alla vita.
Ci spiace per lei, ma noi troviamo molto fuori luogo che lei si permetta di scrivere messaggi come questo, con tanto di accuse verso le vittime della discriminazione che lei promette di promuovere:
Se lei sostiene di poter tenere "la testa alta" nonostante ciò he sostiene, non si lamenti se alcune persona esprimono lecite critiche verso il suo operato. Anche alcuni pedofili sono fieri di essere tali, ma non per questo diventa illecito ritenere che le loro idee facciano schifo.
Il prezzo altrissimo lo hanno pagato tutti quei gay che sono morti a causa del pregiudizio. E loro hanno sì tenuto la testa alta mentre glia antenati di Adinolfi li uccidevano. E loro sono morti per davvero, non come lei che va da Hoara Borselli a dirsi perseguitata da chi non si fa perseguitare.
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