La corsa del pokerista e del condannato


Tre anni fa, Simone Di Stefano ha patteggiato una pena di un anno e quattro mesi per il blitz compiuto all’interno di un appartamento da un gruppo di attivisti di destra. L'ex vicepresidente di CasaPound sosteneva di voler protestare contro lo sfratto di una famiglia che risiedeva da anni nel palazzo di proprietà del Comune di Roma. Oggi si candida formalmente alla Camera:



Spacciando per una proposta "valoriale" la loro crociata contro i diritti civili di donne, gay e stranieri, appare affascinante come Adinolfi tenti di spettacolarizzare la sua accettazione di una proposta di candidatura che lui stesso si è avanzato da solo. Tutto questo mentre racconta che non sarebbe "cattolico" chi non è omofobo.

Citando il defunto Cafarra, il loro Nicola Di Matteo scrive:



Ed è stupefacente che a chiedere un divieto alle libertà personali sia un partito che va in giro a dire che il no-vax dovesse essere lasciato libero di poter uccidere il prossimo.
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