La storia di Fire Island
Fire Island, riportata in auge dal film di Andrew Dahn, è esistita davvero e fu un punto di riferimento per la comunità gay degli anni '60. Facilmente raggiungibile con un’ora di traghetto da New York, iniziò a diventare meta per uomini gay tra il 1920 e il 1940. Erano anni in cui l'omosessualità e il lesbismo venivano bollate come depravazioni e solo in luoghi lontani dai finti moralisti c'era la possibilità di potersi esprimere liberamente.
La libertà che si respirava a Fire Island fu d’ispirazione per alcuni degli artisti più visionarie dell’epoca: il cruising tra le foreste di Meat Rackispirò Andy Warhol nella realizzazione del film "My Hustler" e fu riflessa nelle fotografie di David Hockney.
Con l’esplosione dell’AIDS, le spiagge dell'isola si svuotarono e l'isola scoprì una crisi senza precedenti. Lo storico Tom Bianchi ricorda: «Il mondo cui vivevamo ci disgregava e chiamava pervertiti. Fire Island è era costruita da queste persone che immaginavano un mondo diverso e così l’hanno creato. Abbiamo scoperto un piccolo luogo solo per noi, dove stare al sicuro, giocare sulla spiaggia, ridere senza giudizi negativi intorno a noi. Quello che è successo, ha attratto i migliori e più lucenti gay di tutta l’America».