Roccella vuole aiutare la Meloni a vietare il diritto di scelta delle donne, ma fu autrice di un manuale sull'aborto in casa

Eugenia Roccella, ora transitata a Fratelli d'Italia, è andata su La7 ad urlare che lei si autopercepisce come una «femminista» ma lei esige che le donne siano costrette con la forza a partorire. La signora ha infatti dichiarato: «Io sono una femminista e le femministe non hanno mai considerato l’aborto un diritto. Hanno sempre detto che esula dal territorio del diritto».

Tesi curiosa, dato che Eugenia Roccella scrisse un libro in cui spiegava come praticare aborti fai-da-te, suggerendo di usare pompe per la bicicletta o di gettarsi dalle scale:

Era il 1975 e a a pagina 18 del suo libro, scriveva:

È un vecchio discorso che non ci stancheremo di ripetere, perché a difendere il diritto all'aborto dobbiamo essere proprio noi femministe, noi donne, che l'aborto in sé per sé siamo le ultime a volerlo: ma è un primo passo verso la libera disponibilità e l'autogestione del nostro corpo, senza la quale non c'è libertà né felicità possibile. Invece proprio su questo e in particolare sulle nostre funzioni riproduttive sono state messe ipoteche: il patriarcato Cl ha tolto ogni giurisdizione sul nostro corpo, sequestrandoci nella famiglia, applicandoci il bollo cognome maritale e paterno, imponendo alle donne una sessualità solo riproduttiva, vietandoci l'aborto, impedendoci qualunque possibilità di controllare la nostra fecondabilità.

Criticata quella che praticamente pare la sua attuale linea politica contro i diritti altrui, a pagina 19 aggiungeva:

Al Parlamento, che si rifiuta di essere e di agire come Parlamento eletto anche e soprattutto dalle donne, che si muove solo a spintoni, lo diciamo chiaramente: intanto noi cominciamo a farli gli aborti, onorevole. Fanfani, onorevole La Malfa e onorevole De Martino e onorevole Berlinguer, li facciamo alle donne democristiane, fasciste, socialiste e comuniste, alle donne che vengono a chiedercelo. E se vogliono proprio regolamentare qualcosa, proponiamo la regolamentazione della eiaculazione, con relativa casistica.
Si spaventeranno. Ci diranno che siamo delle mammane. Bene. È ora il tempo anche di ribaltare tutti questi insulti rivolti alle donne in quanto tali. Puttana, lesbica, ora anche mammana.
Puttana è la donna costretta a fare da contraltare a quell'altra povera venduta dell'«onesta», della moglie che si vende a un solo uomo e a cui vengono offerte misere gratificazioni in cambio.
Lesbica e la donna che non accetta di essere mezzo riproduttivo (e in quanto tale «riprovevole»), che vuole
scegliere con chi fare l'amore (e in quanto tale diversa-diabolica se chi sceglie ha il suo sesso);
Mammana e la donna che usa il suo sapere antico, tramandato, purtroppo inagibile perché privo di garanzie di sicurezza, in «aiuto» alle donne; e Tunica ad avere assicurato in questi secoli la libertà, rischiosa quanto si vuole, ma libertà, di abortire.

Ora va in televisione a giurare che si dovrebbe tornare ai tempi in cui le donne dovevano rischiare la vita seguendo i suoi consigli.


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