Adinolfi torna a puntare sul razzismo, parlano di «correlazione immigrazione-delinquenza»


Mario Adinolfi ha una madre extracomunitaria, ma pare che ciò non lo abbia fermato dal cercare di ottenere consensi con il razzismo. Al posto di ragionare sulla correlazione tra povertà e reati, lui preferisce urlare che la criminalità andrebbe populisticamente attribuita ai migranti come farebbe un Salvini qualunque. Ed ovviamente cita dati presi chissà dove, puntando ad invitare a quella paura verso il diverso che in passato ha dato origine a regimi non proprio democratici.



Naturalmente dice che dei cattivoni vogliano censurare il suo dire che gli stranieri sono delinquenti, ma in realtà il problema è il suo voler correlare la delinquenza a delle caratteristiche naturali anziché a fattori sociologici. D'altronde anche la totalità degli stupratori maschi ha un pene, ma ciò non significa che il pene renda stupratori.
Eppure lui dice che esisterebbe una "correlazione immigrazione-delinquenza" che ricorda quando dichiarò che in Italia esistessero "sacche di malviventi etnicamente disegnate". Ma il suo "ragionamento" non è mai andato oltre, magari chiedendosi se il problema non siano le leggi salviniane che impediscono ai migranti di poter lavorare in regola o il fatto che molti italiani siano inclino al loro sfruttamento come manodopera a bassissimo costo.
Il suo voler strumentalizzare un presunto rapporto tra criminalità e migranti è una semplificazione che nega una realtà è molto più complessa. E si commenta da sé il suo voler propinare semplificazioni che mirino a demonizzare gruppi sociali al fine di raccogliere facili consensi.
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