Elezioni, Mario Adinolfi punta sul vittimismo e si gioca la carta della figlia malata
Anche oggi Mario Adinolfi ha usato una delle sue figlie a fini di campagna elettorale, tirandola in mezzo dire che lui avrebbe scoperto solo oggi che esistono lunghe liste di attesa nella sanità pubblica.
Nonostante il Bambino Gesù non sia un ospedale pubblico ma un ospedale privato di proprietà del Vaticano che viene finanziato con denaro pubblico, è assai fine a sé stesso il suo lamentarsi dei tempi di attesa senza rendere nota la natura della prestazione o il motivo per cui si sarebbe recato in loco con la figlia per prendere un'appuntamento manco sperasse che l'avrebbero visitata come in un pronto soccorso.
Eppure è con il suo consueto populismo che scrive:
Ovviamente non punta il dito contro le destre che distruggono il pubblico per favorire il privato, come non parla del suo sostenere che i negazionisti non dovrebbero vaccinarsi perché tanto gli ospedali dovranno farsene carico. Neppure si stupisce che il Bambino Gesù abbia sempre posti letto disponibili per i bambini inglesi morti cerebralmente che Pillon vuole portare in Italia, senza chiedersi perché mai ci sia spazio per i bimbi morti e non per quelli in salute.
E dato che pare improbabile che Adinolfi chieda voti proponendosi come il politico che si sarebbe accorto solo oggi delle liste di attesa per le visite specialistiche, c'è da temere possa averlo scritto solo per giocarsi la carta della figlia malata. Infatti i suoi proseliti si accalcano nel dirsi preoccupati per la piccina, ormai resa da tempo un oggetto della sua propaganda elettorale:
Ma possibile che Adinolfi non sappia lasciare in pace le sue stesse figlie, continuando ad usarle per cercare di trarne un profitto personale?