Secondo la Meloni, i gay possono essere genitori di seconda scelta solo per i bimbi che gli etero non vogliono
Giorgia Meloni continua ad ostentare la sua omofobia. Dopo aver sostenuto che i gay dovrebbero accontentarsi di contrarre unioni di serie b perché lei pensa che sia giusto così, oggi ha sostenuto che i gay potrebbero essere genitori solo nel caso in in cui dei bambini vengano scartati dalle coppie eterosessuali.
La leader dell'estreme destra ha così commentato la storia di Luca Trapanese, il papà single che sui da cinque anni svolge la sua funzione da genitore per una bimba con sindrome di Down che trenta coppie eterosessuali si erano rifiutate di adottare.
L'uomo le aveva spiegato come «Alba è una bambina serena, amata e felice. La gente ci dice spesso che siamo speciali, io invece, come forse saprai, lotto quotidianamente per affermare il contrario, e cioè che siamo una famiglia esattamente come lo sono tutte le altre. Io e Alba siamo una luminosa eccezione alla regola delle adozioni, che come sai è ammessa dalla legge italiana solo perché Alba ha una grave disabilità». E poi le aveva fatto notare che «sono certo che al nostro tavolo mi diresti che si tratta di un'enorme assurdità, che questo va cambiato, perché è un'idiozia che per un bimbo disabile sia sufficiente un solo genitore e per gli altri ce ne vogliano due sposati».
Nella sua risposta, la lader di Fratelli d'Italia ha sostenuto che «è chiaro che un single o una coppia omosessuale sarebbero meglio di una casa-famiglia. Ed è giusto che la legge consenta a te e Alba di essere famiglia. Poiché si pone sempre dalla parte del soggetto più fragile. E quindi ammette che in situazioni particolari come la vostra vi possa essere un’adozione a tutti gli effetti». Ma, sempre secondo la signora Meloni, ci «sono tantissime coppie che tentano disperatamente di adottare un bimbo attraversando un’infernale trafila burocratica e sono molte di più dei bambini dichiarati adottabili. Per questo serve fare tanto: potenziare servizi di protezione dell’infanzia, tagliare burocrazia, velocizzare adozioni nazionali e internazionali, sostenere economicamente le coppie che decidono di fare questo straordinario gesto d’amore».
Nulla di nuovo, dunque, dato che la signora meloni non ha fatto altro che rispolverare gli slogan di Provita Onlus contro il diritto all'adozione degli altri. Ma Frabrizio Marrazzo osserva come «quanto afferma non solo è offensivo per le persone lesbiche, gay, trans, che pertanto vengono definiti genitori di serie B se non C, ma come Meloni sa l'attuale legge per le adozioni particolari è applicabile solo a rarissimi casi. Se Meloni vuole essere una leader Europea dovrebbe prendere esempio da Cameron, che in UK da conservatore fece estendere il matrimonio anche per le persone LGBT+ comprese le adozioni. Pertanto le frasi della leader sono solo uno specchietto per le allodole intriso di pregiudizi».