Il primo decreto della Meloni introduce sei anni di carcere per chi organizza rave party


Impegnata a mostrarsi come "il signor presidente" che non muove un solo dito davanti alle manifestazioni fasciste di Predappio ma manda la polizia a sgomberare un rave party che la sua propaganda ha trasformato nel principale problema del Paese, Giorgia Meloni ha firmato in fretta e furia il suo primo decreto. Ed ovvia sua priorità è stata quella di introdurre multe e carcere fino a 6 anni per chi organizza feste non autorizzate.
E se loro dicevano che l'omofobia non fosse un'emergenza, hanno reso emergenza nazionale un singolo rave, arrivando a ritenere che nel giro di poche ore si dovessero introdurre norme urgenti che puniscono genericamente ogni manifestazione non autorizzata. Peccato che non ci pare che in Italia si sia mai parlato di "emergenza rave", come appare evidente che il caso di Modena si fosse facilmente risolto con le norme già vigenti.
Il governo meloni ha anche deciso di dire che i rave party sarebbero una minaccia per la salute pubblica, anche se contestualmente ha poi abolito ogni norma di prevenzione alla diffusione del Covid quasi volesse compiacere i gruppi negazionisti che hanno passato gli ultimi anni a boicottare la tutela della salute pubblica. Tutto questo negando la differenza di base tra i due fatti: ossia che chi si droga ad un rave party fa male a sé stesso mentre i no-vax fanno male agli altri.
Nella loro narrazione è anche diventata un'impresa epica il suo aver vietato un rave party a Modena, anche se i partecipanti si sono fatti dispersi senza alcuna resistenza e hanno persino ripulito il capannone abbandonato che la Meloni ha fatto sgomberare per mostrare che la nuova destra è intollerante verso le libertà personali mentre tace davanti ai saluti romani di Predappio.
Salvini ha riproposto un suo vecchio slogan, commentando: «È finita la pacchia». Ma se in passato lo urlava ai migranti che non erano morti in mare, oggi lo urla contro dei cittadini italiani. E anche lui non dice una sola parola sui fatti di Predappio, proponendosi come quello che frequentava i centri sociali e oggi vuole farli sgomberare per mostrarsi come l'irreprensibile difensore della legalità che guida un partito che ha rubato 49 milioni di euro agli italiani.

Arriva poi il solito pastore Luogi Carollo, pronto a descrivere la Meloni come un sorta di messia con cui soppiantare un Gesù, decisamente troppo buonista con i suoi inviti ad amare prossimo quando c'è Meloni che dice che i crimini d'odio sarebbero una libertà. E così dice che ogni sua azione sarebbe una risposta alle sue preghiere, ovviamente rivolte contro chi ascolta musica e non contro chi promuove il fascismo:



Oltre a dire che tutto quello che farebbe la sua Meloni sarebbe giusto, la elogia anche per aver cancellato ogni forma di contrasto alla pandemia. Ne approfitta anche per elogiare alcuni suoi proseliti che dicono di voler "evangelizzare" chi non la pensa come loro:



Ma dato che i suoi fini sono quasi sempre partitici, il pastore si dice felice che la Meloni nomini viceministri i suoi amici, come quel Galeazzo Bignami che vuole indagare chi ha indispettito i negazionisti:





Ma, soprattutto, Bignami potrebbe piacere al pastore perché quel tizio che si oppose al ddl Zan asserendo: «Diventerebbe reato un ragazzo che vuole sposare una ragazza e fare una famiglia. Dire questo non è odio, è amore verso i propri figli e verso la propria identità. Voi volere imbavagliare chi non la pensa come voi. La vera rivoluzione sono un ragazzo e una ragazza che si amano e vogliono fare figli contro una legislazione ostile. Siete voi che fomentate odio e discriminazione le famiglie che vogliono fare figli per la patria».
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