La truppa anti-gay e no-choice che Giorgia Meoloni ha portato al governo


Giorgia Meloni ha spalancato la sue porte agli sponenti dei movimenti integralisti no-choice, spiegando chiaramente l'esultanza dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus davanti alla sua elezione. E se Pillon è ormai stato rottamato, tanti suoi cloni si appestano a tramare contro il diritto di scelta delle donne, i diritti lgbt e fine vita.
In fin dei conti il partito di Giorgia Meloni risulta vicino al movimento anti-gender fin dalla sua prima manifestazione nel luglio del 2013, ben prima che la Lega iniziasse a brandire i suoi rosari su suggerimento di Steve Bannon.

E così la sedicente "mamma cristiana" che concepisce figli al di fuori del matrimonio ha portato a Palazzo Madama la signora Lavinia Mennuni che, da consigliera capitolina, aveva presentato una norma che avrebbe imposto la sepoltura die feti abortiti contro il volere dei genitori. Nel 2014 organizzò un convegno dal titolo “Ideologia del gender: quali ricadute sulla famiglia?” insieme all’Associazione Famiglia Domani. Un'associazione che nel 2019 invitò i sedicenti "cristiani" ad emulare i nazifascisti polacchi ad attaccare i manifestanti dei Pride.
Ha portato con sé anche Grazia Di Maggio, fan di Almirante che si definisce attivista «pro life» per «la difesa dei valori non negoziabili, la sacralità della vita, la famiglia, la tutela delle donne». Non vuole le quote rosa, non vuole che le donne possano avere diritto di scelta e dice che «la famiglia in questo momento storico è sotto attacco. Tuteliamo la maternità, contrastiamo l’ideologia gender e la sacralità della vita oltre che la famiglia naturale».
Alla Camera ci sarà Paolo Inselvini, fiero del suo soprannome di “negazionista del diritto all'aborto”. Lo scorso 24 giugno, commentando la sentenza della Corte Suprema americana, scriveva: «Un grande passo verso il riconoscimento della piena dignità umana del nascituro, la sentenza nega il fatto che l'aborto sia un fantomatico "diritto". La nostra battaglia continua, oggi più che mai, nulla è perduto». Da consigliere d’opposizione, insieme all'organizzazione forzanovista Provita Onlus, diede vita a “Amministratori per la Famiglia” che aveva lo scopo di «contaminare l’informazione, cercando semplicemente di trasmettere il valore della famiglia e di farlo rispettare alle persone». Riempie i social con bandiere di CasaPound, ostentando posizioni omofobe e xenofobe.
Lorenzo Malagola è un collaboratore di Jacopo Coghe che organizza convegni du “Famiglia e natalità”. È segretario generale della Fondazione De Gasperi e promette di portare alla Camera: «un’antropologia positiva, che riconosce nella persona un punto di intangibilità e anche di trascendenza. Di fronte a tutto questo, dunque, il valore della vita dal concepimento alla morte naturale è un valore non negoziabile».
Per Guerino Testa è uno di quelli che vede il "gender" nelle scuole. Dichiara che «ognuno è libero di intendere la propria vita sessuale e le proprie inclinazioni come meglio crede, ma nelle scuole non si può pensare di descrivere ai giovani una tipologia di famiglia diversa da quella formata da un padre e da una madre, non da un genitore uno e un genitore due». Vuole che il Miur si «batta per la famiglia tradizionale».
Maddalena Morgante sostenne la bufala della “cancellazione delle recite di Natale e di Pasqua” nelle scuole di Verona. Promette battaglia alla carriera alias tra i banchi, asserendo che quelle forme di rispetto sono da lei ritenute «non ammissibili» perché «non si può permettere che un ragazzo o una ragazza possa trovare nell’istituzione scolastica non un aiuto a risolvere le incertezze legate all’adolescenza ma, invece, uno strumento di promozione della teoria del gender con l’introduzione del gender fluid».
Simona Baldassarre, vicina all'associazione Provita Onlus, accusò il Parlamento Europeo di voler «tappare la bocca a chi racconta una realtà differente da quella del mainstream di Bruxelles». Nel luglio del 2021 aveva bollato il governo come «nemico delle famiglie italiane» perché lei non voleva i potesse discutere il ddl Zan contro l'omotransfobia.
Tornerà anche Eugenia Roccella, estremista anti-gay, con Rossano Sasso, Isabella Rauti e Maurizio Gasparri. Quest'ultimo è transitato al fianco del movimento neocatecumenale di Gandolfini e promette di modificare le basi della giurisprudenza per decidere che lo spermatozoo dovrebbe avere capacità giuridica sin dal momento del coito.
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