Adinolfi all'attacco di chi ricorda le vittime di transfobia, per loro la tutela della vita viene dopo l'inflazione e bollette
Il 20 novembre di ogni anno il mondo dedica una giornata ad ricordo delle vittime dell’odio transfobico grazie al “Transgender Day of Remembrance”.
Ma questo pare non piacere a Mario Adinolfi, il quale propina ai suoi seguaci omofobi un articolo di tale Andrea Elia Rovera in cui si tenta di sostenere che i gay farebbero «vittimismo» nel chiedere tutele davanti alle centinaia di persone che ogni anno vengono uccise solo perché gay.
Nell'articolo leggiamo:
L’Associazione “Arcigay Cuneo – Granda Queer”, sui suoi social network, fa sapere che “la violenza che attraversiamo in quanto persone trans non è cessata: l’Italia è sempre al primo posto in Europa per il numero di crimini d’odio nei confronti di persone trans e numero di suicidi. A livello globale sono 327 gli omicidi di matrice transfobica registrati dal 1 ottobre 2021 al 30 settembre 2022, sono soprattutto donne che hanno pagato a caro prezzo con la propria vita il fatto di aver tradito il patriarcato attraverso i generi approdando verso la femminilità”.
Salta subito agli occhi lo stile allarmistico e vittimistico proprio delle Lobby LGBT che si sentono sempre come le grandi perseguitate.
E se basterebbe osservare il suo parlare di «lobby gay» per comprendere la matrice ideologica dello scritto, il signor Andrea Elia Rovera si affretta a farsi promotore dell'omofobia del partito di Mario Adinolfi attraverso inaccettabili sparate di una loro esponente:
Margherita Ruffino, esponente del “Popolo della Famiglia” della provincia Granda, ha voluto sottolineare che “mentre queste associazioni sfruttano il vittimismo, la loro azione è sempre più prepotente e la loro influenza sulla società più subdola e pervasiva. Lamentano un incremento della violenza nei loro confronti. Se andiamo però a consultare, per esempio, dati piuttosto recenti, risalenti al settembre 2021, quelli forniti da una loro fonte, “Transgender Europe”, scopriamo che in Italia in quell’anno sono state solo 2 le vittime a fronte di 375 nel mondo, e che nell’arco di 13 anni, dal 2008 al 2021, nel nostro Paese sono 44, vale a dire una media di circa 3 all’anno. Sempre nel 2021 il totale degli omicidi è stato di 277. Ne concludiamo che la percentuale che colpisce il mondo transgender è dello 0,7%. Questi i dati nudi e crudi”.
I numeri non tornano. Secondo i dati diffusi dal’Associazione transgender ACET, le morti per transfobia registrate dal 1° ottobre 2021 ad oggi sono state 381. Circa la metà delle persone trans uccise in Europa in quel lasso di tempo e di cui si conosce l’occupazione erano sex worker e persone trans migranti. La loro età media era di 27 anni: la più giovane ne aveva appena 12.
Guardando al nostro Paese, dove le morti violente sono per fortuna in calo, le vittime di transfobia registrate nell'ultimo anno sono state 10: Elios, Maudit, Camilla, Cloe Bianco, Sasha, Naomi, Chiara, Morgana e altre persone di cui non conosciamo il nome. Si tratta di numeri sottostimati, che la signora Ruffino tenta di diminuire ideologicamente, tacendo sulle responsabilità di Adinolfi nella moret di quella cloé Bianco che è stata spinta al suicidio anche grazie al suo impegno nell'andare in televisione a chiedere che fosse licenziata perché trans.
Nonostante anche solo una vittima sarebbe già troppa, è a sfregio della bambina di 12 anni ammazzata dall'odio e di quella professoressa che Adinolfi ha contribuito a spingere al suicidio che il signor Andrea Elia Rovera scrive:
Dinanzi ad un’analisi così documentata e dettagliata c’è da chiedersi se sia il caso che l’Italia spenda dei soldi e del tempo in Parlamento per fare delle leggi “ad hoc” per un fenomeno perlopiù impercettibile.
Se il partito Adinolfi ha sostenuto ha già sostenuto che le bambine minorenni stuprate dai militari russi fossero un prezzo che loro erano disposti a pagare pur di ottenere uno sconto sulle loro bollette del gas, ora ci spiegano che loro non vogliono che si spendano soldi per evitare che alcune persone vengano uccide dall'omofobia che Adinolfi dice di promuovere quando si dice certo che un ddl contro la promozione all'odio lo avrebbe fatto sicuramente finire in carcere. Ed è urlando che loro vogliono venire prima e che loro se ne fregano della vita di chi è parte di una minoranza che la signora ruffini riparte:
“Il ‘Popolo della Famiglia’ contesta decisamente il tentativo di istituire categorie privilegiate a vantaggio di una minoranza che pretende ‘orgogliosamente’ riconoscimenti e ottiene, di conseguenza, lauti finanziamenti. Non dimentichiamo che la condizione di queste persone, con il relativo percorso di transizione di genere è già regolamentata da una legge del 1982. Vittime di violenza, loro come chiunque altro, sono tutelate dal Codice Penale, in particolare dall’articolo 604bis, che prevede le aggravanti”.
E così il signor Andrea Elia Rovera inizia a dire che le sue bollette sono molto più importanti della vita di chi ciene ammazzata per la sola colpa di non piacere ad Adinolfi, asserendo:
In un momento storico in cui i cittadini italiani faticano ad arrivare alla metà del mese per colpa di una guerra alle porte dell’Europa, che sta facendo schizzare alle stelle i prezzi dei beni di prima necessità, crediamo sia necessario spendere i soldi in modo più serio, ponderato ed oculato.
Sicuramente la priorità dei cittadini non è quella di finanziare il “Festival Transgender” di Torino che, da tre anni, è presieduto da Vladimir Luxuria. Prima vi sono la sicurezza, l’energia e la lotta all’inflazione. Il resto è un di più di cui si può senz’altro fare a meno.
Esatto. Secondo lui «si può fare a meno» di tutelare il diritto alla vita di centinaia di persone che vengono ammazzate nel mondo. E neppure è la prima volta che questi signori sostengono che le loro bollette verrebbero prima dei diritti umani, dato che il signor Elia Rovera sostenne quella stessa tesi anche lo scorso luglio.
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