De Carli vorrebbe dare alle fiamme i libri che possano aiutar ei genitori nell'educazione sessuale die figli
Mirko De Carli, in qualità di esponente di Mario Adinofli, pare voler scimmiottare il suo capo nel cercare visibilità attraverso polemiche gratuite su tutto. E così oggi ci dice che lui boccia il governo meloni perché non defecherà sul principio costituzionale della laicità dello stato offrendo soldi pubblici a chi si sposerà solo tramite rito religioso.
Evidentemente lui vorrebbe comprare falsi credenti per poi poter dire che la gente vuole sposarsi in chiesa e che ha ragione il suo capo a voler usare la religione come strumento di propaganda elettorale per sostenere progetti e ideologie che appaiono l'antitesi del cristianesimo:
Sostenuto che bisognerebbe pagare il pranzo di nozze a chi va in chiesa in modo da essere certo che l'omofobia vaticana garantisca che le unioni civili siano escluse da qualsivoglia incentivo, inizia a urlare che lui vuole che i genitori omofobi indottrinino i propri figli all'omofobia. Parlando di "transfemministe con la vulva", del fantomatico "gender" e di altre fesserie, scrive pure:
Se consideriamo come siano cresciuti alcuni dei rappresentanti del suo partito, appare evidente che per crescere bene non basti avere un papà omofobo e una mamma sottomessa al babbo secondo volere di Adinolfi. Fatto sta che De Carli è stato invitato da Radio Café per fare polemica sulle solite notizi inventate dalla propaganda di destra.
Nella fattispecie, loro accusano una libreria di Bologna che osa vendere libri in cui si spiega ai bambini come funziona la sessualità, offrendo strumenti che possano essere ai genitori. Ma De Carli ha preferito asserire:
Sono incazzato. Stanno esagerando, superando ogni limite. L'educazione sessuale è un compito dei genitori che hanno da Costituzione responsabilità educativa. Ma oggi, invece che educare alla sessualità partendo dalla natura, cerchiamo di metterci sempre dentro quella salsa peperita di gender, di aborto e tutti questi falsi diritti civili. Quel libro non dico che andrebbe messo al rogo perché poi mi dicono che sono per il Tribunale dell'Inquisizione, ma di certo non andrebbe dato ai più piccoli.
Peccato che a darlo ai più piccoli sarebbero i genitori, ossia coloro che hanno responsabilità educativa dei figlie e che forse preferiscono un libro che spieghi come funzionano gli organi genitali piuttosto che affrontare temi di difficile trattazione, magari arrivando a parlare di cicogne, di bambini che nascono sotto i cavoli e tutte le altre balle con cui molti genitori cercano di non affrontare il tema.
Io sono cresciuto con la canzoncina "siamo fatti così" e penso di avere un'educazione sessuale decisamente adeguata.
Peccato che il cartone animato da lui citato non parlasse di genitali, ma solo di polmoni, flussi sanguini e drenaggio dei reni. E se pensiamo a come De Carli sia recentemente intervenuto ad una trasmissione radiofonica per sostenere che il suo andare in chiesa gli vieterebbe la pratica della masturbazione, opinabile è anche il suo sostenere che lui avrebbe ricevuto un'ottima educazione sessuale.
Con il suo solito atteggiamento diffamatorio, De carli inizia a cercare di diffamare l'autrice dle libro parlando di «falli di gomma», evidentemente convinto che il solo fatto di citare sex toys possa procurare repulsione nella vecchietta che vota Adinolfi e che magari ha pure messo a richio i supoi risparmi e la sua pensione nel betting group con cui Adinolfi promette di rendere ricco chiunque gli darà soldi da scommettere.
E così inizia ad urlare: «Una persona di buonsenso può capire quanta educazione possa dare una che produce c*zzi finti». Ma ogni persona di buonsenso capirà che il signor De Carli appare molto scorretto nel sostenere che l'attività commerciale svolta da qualcuno dovrebbe inficiare su opere che con quell'attività non hanno nulla a che fare, dato che il fatto che lui sia contrario ad ogni attività legata al sesso non significa che lui possa condannare opere che neppure giudica sulla base dei contenuti promossi.
Solo in chiusura il conduttore ha spiegato che ad aver creato quella sterile polemica è stato Il primato nazionale, ossia il giornale di CasaPound. E quella rivisitazione ideologica di un banale libro è diventato il pretesto con cui De Carli chiede che l'educazione sia affidata ai genitori solo dopo che lui avrà fatto censurare tutti i libri che potrebbero aiutarli in quel compito.