Il pastore Luigi Carollo ci tiene a farci sapere che lui non vuole i migranti


Forse il pastore evangelico Luigi Carollo crede più in Orban che nei Vangeli, dato che pare difficile trovare un atteggiamento meno cristiano del suo in tema di accoglienza. Ed è altresì curioso osservare come i migranti vengano proposta come il problema dell'Italia con ogni singolo sbarco tramutato in un palco elettorale ogni qualvolta Salvini si affacci al governo.
Dopo essersi vantato di aver spalleggiato l'ex senatore leghista Simone Pillon in una crociata atta a dispensare da qualsiasi aggravante a chi commette reati penali dettati dall'odio, oggi è in comunione di spirito con il suo Matteo Salvini che troviamo il pastore Carollo pronto a spiegarci perché lui non vuole che i migranti possano cercare un futuro in Europa al posto di subire fame e guerre nelle loro terre natie.
La sua teoria è che bisognerebbe evitare di salvare la vita a qualcuno se poi non ci si fa carico in prima persona di chi si è soccorso. In pratica, se per strada dovessimo trovate uno stupratore che aggredisce una donna, prima di intervenire dovremmo valutare se possiamo ospitare la donna a casa nostra per la notte. Se abbiamo la casa in disordine o se non avete un letto disponibile, faremmo bene a tirare dritto dato che il pastore sostiene che chiamare la polizia significherebbe disturbare chi magari non vuole farsi carico della situazione.
E quindi, lui dice che le Ong straniere non dovrebbero permettersi di chiedere un porto all'Italia anche se l'Italia ha sottoscritto un accordo in cui si stabilisce che ad offrire soccorso sia lo stato a cui viene presentata domanda d'asilo. Ma Carollo contesta solo marginalmente l'accordo, preferendo prendersela con chi ne chiede l'applicazione al posto di lasciare che centinaia di persone siamo lasciate morire in mare come parrebbe proporre lui. Infatti a lui pare andare bene chi vuole usare degli esseri umani come strumento di ricatto per ottenere accordi politici più vantaggiosi.



Il pastore Carollo parte dal sostenere che i migranti starebbero «creando problemi» all'Italia e pare ritenere sia lecito che l'Italia non sia minimamente interessata ad andare i cercare i clochard che stanno morendo di freddo. Pare quasi che lui ritenga che il problema non sia tanto la necessità di evitare che qualcuno muoia assiderato, ma evitare che qualcuno possa soccorrere chi sta morendo.

Ricorrendo al suo populismo, Carollo sostiene anche che in Francia e nel resto d'Europa non ci sarebbero migranti, anche se le statistiche dicono altro:



E se è vero che pochi migranti vogliano andare in un un'Ungheria governata dal razzista Orban, pare che il pastore Carollo eviti di domandarsi quanto incidano le leggi leghiste che vietano ai migranti di poter lavorare nella legalità nel creare quei «problemi» che lui dice di vedere. Perché, nonostante lui ami inveire contro le sinistre, va ricordato che l'unica legge sull'immigrazione che vige in Italia è la Bossi-Fini scritta dalla Lega.

Dato che le persone di destre amano trovare pretesti per "giustificare" la loro avversione all'accoglienza predicata da Gesù, il pastore dice che non bisognerebbe dare ospitalità se non si offre "decoro". Peccato che quella teoria non pia reggere quando si parla di persone che hanno visto la guerra, la fame, la morte e la tortura.
Rispetto ai lager libici finanziati da Salvini in cui i migranti rischiano di essere usati per il commercio di organi, quale "decoro" viene richiesto da Carollo per decidere se una persona meriti un futuro o se vada rispedita in quell'Inferno?
Ed è possibile che davanti ad un tema tanto serio i proseliti del pastore trovino divertente irridere la vita dei naufraghi facendo battutine sull'omofobia? Perché sinceramente scucita un certo imbarazzo pensare che, davanti ad una discussione sul diritto alla vita di esseri umani, i suoi proseliti si divertano a scrivere cose come questa:



L'autore del commento è un signore che, sulla scia del leghista Sergio M. Binelli, cerca di sfottere Gayburg inventandosi titoli cretini che lui pensa dovrebbero avvalorare la tesi diffamatoria del suo amato pastore riguardo al fatto che noi deformeremmo la realtà delle sue invettive contro i diritti di gay, donne e stranieri. Sarà, ma il fatto che i suoi proseliti precisino di essere lì solo per fare branco non pare giocare a favore della propaganda politica del pastore.

Se poi volessimo valutare la vicenda da un punto di vista cristiano e non salviniano, al pastore Carollo potremmo far notare che Gesù si poneva come un modello dell’accoglienza: si è fatto ospite degli uomini e ha invita tutti ad essere ospiti nella casa del Padre. Il comando è preciso: “Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi” (Rm 15,7).
Gesù provò anche il rifiuto dell’accoglienza, dato che la sua stessa nascita fa esperienza di non essere accolto: “Maria… lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,7); e Gesù deve fuggire profugo in Egitto perché perseguitato da Erode. Anche nella sua missione spesso è respinto: “I Samaritani… non vollero riceverlo” (Lc 9,52-56).
Ecco, Carollo parrebbe proporsi come quello che invita a fare come i Samaritani, abbracciando l'ideologia della Meloni:



Agli occhi delle destre, dovremmo "difendere i confini" da naufraghi coperti con quattro stracci che scappa dalla disperazione. Per loro il problema non sono i corrotti e i mafiosi, ma chi osa non morire di fame mentre loro vivono nel lusso. E così, mentre Salvini vuole foraggiare chissà quanto suoi amici costruendo un inutile ponte sullo stretto di Messina, il nemico della destra è il povero che osa avere la speranza di poter cercare una vita migliore. Chissà come fanno a dormire la notte.
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