La Corte Suprema polacca ordina la trascrizione dei matrimoni egualitari celebrati all’estero
La Polonia di Andrzej Duda è profondamente omofoba, come testimonianza l'istituzione di "zone lgbt-free" e le varie campagne governative contro una fantomatica "propaganda gay" nelle scuole. Eppure persino loro riescono ad avere leggi meno omofobe di quelle italiane, dato che la loro Corte Suprema ha deciso che sarà fatto obbligo registrare i certificati di matrimonio celebrati all’estero.
I giudici hanno osservato che, nonostante l’articolo 18 della loro costituzione vieti formalmente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, non esisterebbero presupposti perché le istituzioni non dovrebbero accettare di registrare i certificati di matrimonio celebrati all’estero. E così, anche i cittadini polacchi potranno sposarsi in altri Paesi e trascrivere il loro matrimonio.
«L’articolo 18 della costituzione non può costituire di per sé un ostacolo alla trascrizione di un certificato di matrimonio straniero se l’istituzione del matrimonio come unione di persone dello stesso sesso fosse prevista nell’ordinamento interno. La disposizione della costituzione in questione non vieta la regolamentazione legale delle unioni omosessuali», si legge nella sentenza.
Il caso è stato portato davanti ai giudici da Jakub Kwieciński e Dawid Mycek, una coppia gay di food vlogger che si erano sposati in Portogallo e si erano visti negata la trascrizione del loro certificato di matrimonio.