Migranti. Salvini si inventa il "carico residuale" che definisce alcuni esseri umani come scarti
I ministri del Governo Meloni si dividono tra chi dice di andare e messa tutti i giorni e chi dice di preferire le messe in latino. Poi, però, è per compiacere un elettorato profondamente razzista che quei soggetti hanno concepito un abominevole, dignitoso e vergognoso principio di "carico residuale" e "sbarco selettivo" davanti all'obbligo morale di garantire a dei profughi un porto sicuro in cui sbarcare.
La proposta del Governo Meloni si basa sull'introduzione di distinzioni basate sul sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali che permettano di decidere arbitrariamente chi vada salvato e chi vada abbandonato. E così la Meloni inaugura un'epoca in cui gli esseri umani vengono selezionati, con qualcuno che viene altri considerato un "residui", uno scarto.
Mai come oggi riecheggiano termini e i concetti del peggior razzismo fascista dai tempi de "la difesa della razza". E Salvini pare giornine, dato che mentre bacia rosari e mostra madonnine ha partorito un nuovo decreto atto a garantire la morte di migliaia di bambini e di persone. Quella porcheria, firmata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti insieme ai colleghi dell'Interno Piantedosi e della Difesa Crosetto, prescrive il divieto per la Geo Barents di sostare nelle acque territoriali nazionali oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza nei confronti delle persone che versino in condizioni emergenziali e in precarie condizioni di salute. Inoltre permette al governo di limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica. La stessa dicitura con cui la Meloni ha usato il rave di Modena per imporre una legge che garantisce al governo la possibilità di vietare qualunque manifestazione preveda la partecipazione di più di 50 manifestanti.
Intanto dalla Humanity1 hanno fatto sbarcare solo 155 persone dei 179 sopravvissuti che si trovavano a bordo, selezionando 35 migranti giudicati "non fragili" a cui è stato negato un porto sicuro sulla base del decreto governativo del 4 novembre scorso che ripercorre la cosiddetta politica dei "porti chiusi" che Salvini ripropone ogni volta che va al governo.