Adinolfi tifa Giroud perché da lui ritenuto «bimbo che la mamma voleva abortire»

Mario Adinolfi è estenuante nella sua strumentalizzazione ideologica dei mondiali. Dopo aver elogiato il Qatar per le loro leggi contro i gay e le donne, dopo aver insultato la Germania per la loro difesa dei diritti delle persone lgbt e dopo aver incoraggiato razzismo costo i marocchini, oggi scrive:

Il cosiddetto "ragionamento" di Adinolfi si basa su una semplificazione imbarazzante di temi complessi. Perché potremmo anche isservare che non avremmo avuto Hitler se sua avesse avesse abortito e tanti giovani non subirebbero violenze omofobe se quel girno la madre di Adinolfi avesse guardato la tv anziché fare sesso con suo padre.
Tentate di trasformare Giroud nel «bimbo che la mamma voleva abortire» significa non avere etica o morale nel trattare vicende familiari che non lo riguardano. E magari ci spieghi perché lui non vuole riconoscere la cittadinanza ai figli di genitori immigrati dato che anche tanti di loro potrebbero diventare capocannoniere del mondiale. Hanno la pelle troppo scura o il problema è che la loro nascita non contempla un suo dominio sul corpo delle donne?

Opinabile è anche come Adinolfi si preoccupi degli aborti mentre pare fregarsene di quelli già nati:

Esaltato dalle lobby di estrema destra per il suo fanatismo religioso, viene descritto dai sito integralisti come un crociato che vuole convertire gli islamici:

Giroud, 34 anni compiuti il 30 settembre scorso, ha raccontato che è stata la madre a trasmettergli la fede quand’era bambino. Inoltre, ha raccontato che prega ogni giorno: «Mi capita di pregare anche due secondi (…) e pronunciare il nome di Gesù per ringraziarlo».
Giroud ha anche ammesso di parlare della sua fede nello spogliatoio ai suoi compagni di squadra, anche se a volte abbracciano una fede diversa.

Ma la madre non era quella cattiva che Adinolfi sostiene volesse abortirlo? Infatti il fondamentalista si riferisce ad un racconto del calciatore a cui, all'età di soli 13 anni, la religiosissima madre gli disse: “Non eri voluto. Eri un errore. La tua forza mentale viene da lì, dalla mia pancia, perché ho lottato contro me stessa durante la gravidanza perché all’inizio non volevo averti".
Peccato che Adinolfi non dica che è stata la madre a decidere, motivo per cui non è detto che il calciatore avrebbe avuto la stessa vita se la madre fosse stata obbligata con la forza a concepirlo. Perché i figli vanno cresciuti, non solo concepiti.


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