La Meloni tenta di riabilitare i terroristi fascisti dell'Msi
Oltre a guidare un partito che nel suo simbolo onora Mussolini, Giorgia Meloni tenta ora di riscrivere la storia e di assolvere i camerati dell'MSI dalle loro colpe. Da brava populista, pare sperare che i suoi elettori siano talmente idioti da non capire che lei li sta prendendo in giro urlando che la verità sarebbe una mistificazione.
IN realtà l'MSI è sempre stato impresentabile. Persino Nicola Porro ammette che ricordare la militanza della meloni in quel partito finisca con lo screditarla. Ma la Meloni pare ideologicamente faziosa nel sostenere che l'MSI sia solo il partito che "ha traghettato milioni di italiani sconfitti" e non un partito che ha accolto fascisti e collaborazionisti, risultando coinvolto in gravi episodi di violenza politica e con profonde radici nelle teorie razziste.
La fondazione del MSI sancisce di fatto la nascita del neofascismo italiano. Fra i suoi fondatori troviamo Pino Romualdi, già vicesegretario del Partito Fascista, Almirante, funzionario della Repubblica Sociale Italiana, e Rauti, fondatore nel '50 dei Fasci di Azione Rivoluzionaria.
Già dal 1948 vi furono i primi arresti per sospetta ricostituzione del partito fascista: Romualdi, Julius Evola, Pino Rauti, Fausto Gianfranceschi, Clemente Graziani.
In seno al Movimento Sociale Italiano nacque l'organizzazione terroristica Ordine Nuovo, fondato da Rauti. Con l’arrivo alla segreteria di Giorgio Almirante, Rauti e un gruppo di dirigenti in rottura con il Msi rientrò nel partito. Alla guida del movimento restò Clemente Graziani.
Lì' crebbero alcuni esponenti di spicco della estrema destra neofascista eversiva e terrorista, come Stefano delle Chiaie fondatore di Avanguardia Nazionale.
Nel 1976, l’omicidio di Sezze coinvolse un deputato della Repubblica, già protagonista lui stesso di una sparatoria durante il suo comizio elettorale. Si trattava di Sandro Saccucci, deputato del Movimento Sociale, ex parà e fascista, sospettato d’aver partecipato al tentato golpe Borghese.
Oppure si può ricordare l'arresto di Romano La Russa insieme a Stabiliti, entrambi presenti nella rivolta del "Giovedì nero" di Milano, una serie di atti criminosi compiuti da neofascisti. Tra questi, vi è l'omicidio del poliziotto Antonio Marino colpito da una bomba.
E a chi dice che il Msi aveva le "idee chiarissime sull'antisemitismo", andrebbero ricordate le parole di Almirante, segretario di redazione de La Difesa della razza: «Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei».
Insieme a lui, nel 2017, Giorgia Meloni inaugurava il circolo di Fratelli d'Italia a Velletri. Appeso al muro il vessillo del Movimento Sociale Italiano intitolato al gerarca fascista Ettore Muti, segretario del Partito Nazionale Fascista nel periodo delle leggi razziali.
Nella sezione della Garbatella di Alleanza Nazionale, formazione elettorale del Movimento Sociale Italiano, che Giorgia Meloni dirigeva da responsabile giovanile, spuntò anche un poster con Mussolini:
Eppure la Meloni ha omesso di ricordare tutto questo, preferendo inventarsi che sarebbe cattivo chi ricorda la storia per come è successa e non per come lei la vorrebbe riscrivere.