Se pure Repubblica diffonde la fake-news di Salvini sul “genitore 1” e “genitore 2”
Con buona pace per Simone Pillon e per i suoi amichetti dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, che per diffondere quella balla hanno pure fatto stampare delle mellette che dessero indicazione dei loro organi genitali, la dicitura “genitore 1” e “genitore 2” sui documenti dei minori non non esiste e non è mai esistita. E non importa se Salvini sostenga che i suoi distingui avrebbero cancellato un qualcosa che non è mai esistito, tutta quella truffa culturale resta una enorme fake-news a danno della dignità e della vita di quei bambini che loro vorrebbero privare da ogni protezione, tutela e dignità.
Ciò rende ancora più grave che persino Repubblica diffonda quella fake-news, creta a tavolino dalle destre populiste al solo fine di legittimare la discriminazione grazie alla creazione di una paura irrazionale contro un qualcosa che non esiste e non è mai esistito:
La bufala di “genitore 1 e 2” nacque nel 2013, quando Camilla Seibezzi propose al Comune di Venezia di usare la dicitura «genitore 1 – genitore 2» per modificare i moduli per l’iscrizione agli asili nido e alle scuole dell’infanzia che riportavano la dicitura “padre”, “madre”. La proposta intendeva inserire semplicemente introdurre la dicitura primo genitore e secondo genitore (cioè il primo che firma e il secondo che firma) dato che oggi non basta più una sola firma come nei decenni in sui era in uso la dicitura "genitore o chi ne fa le veci".
Usare “genitore” serviva ad includere tutti quei i bambini hanno un padre e una madre, anche se non si tratta di famiglie arcobaleno. Ma i gruppi anti-gay hanno mistificato i fatti mentre alcuni giornali hanno cercato di far credere altro ai populisti che si opponevano a qualunque forma di diritto potesse non garantire la discriminazione delle famiglie gay.
Nel 2015, quando il governo Renzi introdusse la carta d’identità elettronica, un decreto Ministero dell’Interno, di concerto con il Garante per la protezione dei dati personali, prevedeva che richiesta potesse essere presentata dal cittadino o, nel caso di minorenni, «dai genitori o tutori». Quindi nessun «genitore 1» e «genitore 2», ma nella sezione riservata ai genitori si leggeva «cognome e nome dei genitori o di chi ne fa le veci».
Rispolverando le vecchie polemiche di Venezia, Matteo Salvini si inventò che volessero attaccare le famiglie eterosessuali esattamente come sostenevano i gruppi di estrema destra a quel congresso omofobo russo che lui patrocinò a Verona. E subito firmò un decreto per modificare i termini contenuti nelle disposizioni del 2015, ossia l’espressione «o dai genitori o tutori in caso di minore» con la dicitura «o dal padre o dalla madre, disgiuntamente, o dai tutori, in caso di minore».
La parola «genitori» fu sostituita con «madre e padre». Il Garante della Privacy osservò che quei distinguo non erano accettabili perché la sostituzione del termine “genitori” con “padre e madre” rischiava di avere degli «effetti discriminatori» su quei minori che non avevano una figura paterna o materna. La dicitura fu nuovamente modificata, ma i giornali si inventarono che «sulla carta d'identità degli under 14 torna "genitore 1" e "genitore 2"». Ed ovviamente la destra cavalcò quell'ondata di informazione distorta, con Matteo Salvini che attaccò il governo sostenendo volesse «cancellare» dalla «carta di identità dei minori» le diciture «padre e madre» per sostituirli con quelle di «genitore 1 e 2».
A stretto giro, anche Giorgia Meloni si inventò che la «priorità» del governo «è rimuovere “padre” e “madre” dai documenti d’identità dei minori». E l'allora senatore leghista Simone Pillon annunciò ricorso contro il ritorno di “genitore 1 e genitore 2”. Eppure “genitore 1” e “genitore 2” non potevano "tornare" dato che non erano mai esistiti.
Nonostante una sentenza abbia riconosciuto l'implicita discriminazione dei termini salviniani, la priorità del Governo meloni è stata quella si cancellare i genitori per sostituirli con campi in cui venga data indicazione dei loro genitali. D'altronde c'è solo la guerra, la pandemia e l'inflazione fuori controllo. Ed è grave che anche questa volta ci siano giornali che vogliono fare disinformazione.
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